Leopardi

Oggi a Recanati, a casa di Giacomino.
Da un mese, dopo lunghe operazioni di restauro, sono aperti per la prima volta al pubblico gli appartamenti privati, compresa la camera del giovane favoloso, proprio quella da cui osservava la sua amata luna, le vaghe stelle dell’Orsa e da dove sentiva il canto di Nerina.
Tassativamente vietato fare foto. E giustamente: la bellezza dell’indefinito, cosi incessantemente e meravigliosamente cantata da Leopardi, si deposita nell’animo e non si porta certo via con un selfie.
La prima volta che ero stato qui, a vedere – e “sentire” – la biblioteca e a passeggiare per il monte Tabor dove giovanissimo concepì “L’infinito”, mi ero emozionato come poche altre volte nella vita.
Oggi, a vedere il letto del poeta, lo scrittoio, le sue “sudate carte” depositate sopra, la penna, il calamaio, i volumi sul comodino accanto alla candela e la finestra, entrare così tanto in questa gigantesca intimità, mi ha fatto tremare le gambe.
E mi ha commosso.
La potenza immane del genio che ti soffia addosso e scuote e fa tremare. E che non puoi fare altro che ringraziare, perché è grazie a quella potenza che hai scoperto la bellezza.
E capisci perché per te è così importante, ogni giorno della tua vita, cercare di far vedere e sentire quella potenza e quella bellezza agli occhi e ai cuori dei tuoi studenti.

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