Perché si dice “a bizzeffe”?

Sull’origine di questa espressione, che come tutti sappiamo significa “in gran quantità”, esistono due versioni.
La prima individua in “bizzeffe” una corruzione del termine arabo “bizaf”, che significa appunto “molto”, attestandone quindi l’origine in epoca medievale, quando le volgarizzazioni e le storpiature di termini stranieri – poi entrate stabilmente nel linguaggio comune – erano all’ordine del giorno (ad esempio il termine “baldracca”, poi finito per indicare nel linguaggio popolare una prostituta, nacque in area Fiorentina come corruzione di “Bagdad”, volendo indicare un quartiere particolarmente caotico, come appunto i mercati di Bagdad).
La seconda ipotesi invece – a opinione di chi scrive più probabile – guarda invece al latino e affonda le radici nel mondo della Roma antica.
Quando i magistrati concedevano, a maggioranza, la grazia a un condannato, siglavano il documento di concessione con una grande F, che stava per “fiat”, ovvero “sia fatto”.
Ma se la concessione avveniva all’unanimità, allora nel documento si apponeva una doppia F, e il risultato veniva comunicato appunto come “bis effe”, da cui la storpiatura in “bizzeffe”, che dalla grande quantità dei magistrati favorevoli sarebbe progressivamente passato a indicare una grande quantità in genere.

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