… e al centro della scena c’è sempre Berlusconi…

La storia italiana, molto più del teatro, mi ha insegnato quanto possa essere labile il confine tra farsa e tragedia. Silvio Berlusconi, uomo dalla teatralità quasi leggendaria e che della storia italiana degli ultimi venticinque anni è il protagonista assoluto, in quel sottilissimo e angusto confine ci danza da sempre, con una leggerezza all’apparenza naif e improvvisata ma che in realtà nasconde profonda furbizia e assoluta consapevolezza.
Oggi, durante il mio rito giornaliero – autoerotico e masochista al tempo stesso – dello sfoglio dei principali quotidiani, ho avuto modo di leggere e rileggere analisi e commenti dell’ennesimo coup de theatre di cui il cavaliere si è reso protagonista proprio ieri, al termine delle consultazioni al Quirinale. Un gesto giudicato, dai vari articoli, “patetico”, “grottesco”, “irrispettoso”, “sprezzante”, “volgare”, “vergognoso” e via dicendo. Giudizi che, a seconda dei punti di vista, trovano tutti più o meno una loro giustificazione e una loro ragion d’essere, ma tutti, nell’analisi, dimenticano un aspetto fondamentale, ovvero che, anzitutto, si è trattato di un gesto calcolato.
Del resto niente di ciò che ha riguardato Berlusconi nel corso degli anni, a partire proprio dagli episodi che hanno suscitato più clamori e imbarazzi (le corna, le battutacce sessiste, i comunisti che mangiano i bambini, il confino scambiato per una vacanza, la Merkel culona, l’invito a Schultz di recitare come kapò e chi più ne ha più ne metta), è stato casuale. Al contrario, tutto ha sempre risposto a una precisa strategia di comunicazione in cui ogni cosa, ogni gesto, ogni singola parola è stata pazientemente e maniacalmente preparata, studiata a tavolino, soppesata al milligrammo.
L’exploit di ieri, al solito imprevedibile, non fa eccezione.
La necessità impellente era quella di uscire dall’angolo e riprendersi il centro della scena, riportare su di sé quell’attenzione mediatica clamorosamente perduta a favore dell’alleato, cordialmente disprezzato, Salvini. Missione compiuta, visto che di colpo tutti i riflettori si sono riaccesi sul vecchio e intramontabile caimano. Ma non solo. Quella boutade solo all’apparenza farsesca e inopportuna, ha avuto conseguenze immediate ben più ampie. Ovvero, proprio nel momento in cui, pur permanendo enormi ostacoli sulla via del governo, sembrava aprirsi un concreto spiraglio di trattativa, ha fatto saltare completamente il banco di una possibile alleanza centrodestra-Cinquestelle. Che adesso, almeno per il momento, sembra davvero impossibile.
Non solo la riconquista di un riflettore, ma un concreto ritorno al centro della scena politica, per ribadire come, nonostante la posizione subalterna rispetto alla Lega, nonostante l’emorragia dei consensi, nonostante condannato in via definitiva e interdetto dalla politica (in effetti la vera anomalia di ieri non è stata quello spericolato colpo di coda, ma la sua stessa presenza alle consultazioni), possa e debba ancora essere lui a dettare legge.
Nel frattempo il governo, qualunque esso sia o possa essere, resta un lontano miraggio. Il tutto mentre dalla Siria, appena dietro il giardino di casa nostra, soffiano i venti di guerra più preoccupanti dai tempi della crisi missilistica di Cuba.
E il confine tra farsa e tragedia, continua a essere sottilissimo…

#specialeElezioni2018
#resistenzeRiccardoLestini

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