La crisi è finita, andate in pace

La situazione somiglia più a un meteo variabile che a un cielo sereno, con una lista dei ministri ancora tutta da scrivere, una forte perplessità sulla proposta di Savona all’Economia trasformatasi in braccio di ferro con il Quirinale, uno spread che continua a crescere e un giuramento che continua a slittare.
Ma, salvo sorprese che a questo punto sarebbero molto (ma molto) più che clamorose, la crisi di governo è alle spalle. Un premier c’è, una maggioranza (che tra l’altro si sta allargando raccogliendo manipoli di “responsabili”) pure. Questione di giorni e l’esecutivo entrerà nei suoi pieni poteri.
L’infinita campagna elettorale può dirsi (finalmente) conclusa e, nel nostro piccolo, anche questa rubrica si appresta a smobilitare a breve.
Perciò la crisi è finita, andate in pace. E sarebbe bello se fosse pace autentica, ovvero quella serenità che consente al governo di operare, far seguire i fatti concreti alle parole e, a tutti gli altri, permette di applaudire o contestare legittimamente. Temo purtroppo che sarà una “pace terrificante”, dove continuerà il clima da perenne campagna elettorale, l’elettricità del comizio e del proclama continui, il vizio incrollabile dello slogan e dell’annuncio, la logica della rissa sconsiderata e delle opposte (e cieche) tifoserie. Il che non è una critica ai vincitori, ma alla classe politica in quanto tale, come è diventata, un carrozzone grottesco abitato da passeggeri miseri e con poche qualità, che accomuna vinti e vincitori, minoranza e maggioranza.
Soprattutto, un carrozzone incapace di pensare il nuovo.
Perché vi sia cambiamento non basta il ricambio, non basta che under 45 prendano il potere. Il cambiamento vero si verifica nella misura in cui si riesce a pensare il paese che verrà. In altre parole, se si mettono i giovani al centro dell’azione politica.
Ma i giovani, tanto per chi ha vinto quanto per chi ha perso, sono stati i grandi assenti, i grandi esclusi.
E il futuro appare sempre più lontano.
Ma in ogni caso la crisi è finita, andate in pace.
Basta non far troppo caso alle macerie.

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