Le parole che non ti ho detto / Lettera E (seconda parte)

E come…

ERUBESCENTE, ovvero, letteralmente, “che diventa rosso”, per pudore o per vergogna. E davvero questo è il vero e unico aggettivo che esprime in pieno l’arrossire, l’unico aggettivo che dovremmo usare per descrivere chi arrossisce. Perché è parola piena, altisonante, che al solo pronunciarla fa tremare i muri. E noi, ingannati da un mondo che ha trasformato l’insensibilità in vanto e virtù, abbiamo finito per identificare l’arrossire, il pudore e la timidezza come un limite, un difetto, una colpa. Quando invece l’arrossire, il mostrare la propria fragilità, è l’atto più coraggioso, forte e potente possa esistere.
Perciò pronunciamolo questo aggettivo, torniamo a usarlo, facciamolo vibrare in tutta la sua potenza.
Torniamo a essere orgogliosi della nostra fragilità. E ad avere il coraggio di mostrarci nudi.

ESAUSTIONE, ovvero quel metodo dei matematici antichi consistente in una serie di riduzioni all’assurdo. Quel ragionamento che si fonda sull’esclusione di ipotesi che risultano assurde. Un delitto dimenticare questa parola, visto che il mondo, e soprattutto le altissime sfere che lo governano, non sono più in grado di escludere l’assurdo, ma anzi ci fondano il loro impero.
E la nostra schiavitù.

ESERGO, letteralmente la parte inferiore delle monete, separata dalla figura da una linea e che reca la data della coniazione e la zecca. Il codice identificativo delle monete, insomma. Poi, per estensione, esergo indica oggi soprattutto quelle citazioni poste all’inizio dei libri, specie dei romanzi. Il codice identificativo della storia, insomma.
Una parola meravigliosa, un significato immenso. Perché è bello cercare nelle parole e nelle storie altrui il codice identificativo della propria. Perché la vita è apertura, condivisione, contaminazione, incontro. Esergo, appunto

ESIZIALE, ovvero ciò che reca un danno rovinoso, nello specifico quel danno cui non c’è rimedio né ci può essere. Esiziale non è uno sbaglio, non è un torto, non è un qualcosa che si rompe. Esiziale è la morte, la fine, la catastrofe.
Facciamo in modo che l’oblio di queste parole non diventi esiziale.

(continua… )

#leParoleCheNonTiHoDetto
#resistenzeRiccardoLestini

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