Le parole che non ti ho detto / Lettera F (seconda parte)

F come…

FANFALUCA, ovvero, anticamente, il pulviscolo di cenere che si leva in aria da cose che bruciano e poi, in seguito, per ovvia analogia, letteralmente la ciancia, la frottola, ma non la frottola qualunque, nello specifico la frottola da nulla, la sciocchezza fine a sé stessa, stupida e innocua al tempo stesso. Parola onomatopeica come poche altre al mondo, che al solo pronunciarla ci spalanca davanti tutto il suo significato. Soprattutto, parola dalla storia antichissima, che in greco antico significava “bolla d’aria”, nel latino basso, appunto, “cenere levata in aria dalle fiamme” e, infine, la sciocchezza da nulla.
Parola gloriosa e splendida. Che peccato non usarla mai e non usarla più.

FERULA, ovvero quella odiosa, scandalosa e vergognosa bacchetta che i maestri un tempo come strumento didattico per terrorizzare e castigare gli scolari. Per estensione, in senso figurato, ogni strumento di costrizione e correzione.
Io credo che dovremmo proprio usarla questa parola. Usarla in continuazione. Anche solo per ricordarci di come ci siamo liberati dalla repressione usata come disciplina, dalla violenza come unico dialogo possibile. E per fare in modo che simili aberrazioni non tornino più nel nostro mondo.

FLUTTUARE, vale a dire, letteralmente, ondeggiare, essere mosso, cullato e trasportato dai flutti del mare.
Che sicuramente questa è parola molto meno perduta e molto meno in disuso di tutte le altre fino adesso pubblicato. Ma il problema è che fluttuare lo diciamo anche, ma non lo facciamo più.
E fluttuare significa anche farsi leggeri, finalmente abbandonarsi…. e solo per questo, per spingerci a farlo, dovremmo pronunciarla almeno sette volte al giorno…

(continua… )

#LeParoleCheNonTiHoDetto
#resistenzeRiccardoLestini

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