Legittima difesa (un film scritto e diretto da Matteo Salvini)

Il 25 aprile MATTEO SALVINI ha organizzato a Verona una manifestazione nazionale della LEGA NORD dal titolo molto più che emblematico: LA DIFESA È SEMPRE LEGITTIMA.

Lasciando stare la provocazione di organizzarla proprio per il 25 aprile, ovviamente più per sminuire e sprezzare la festa della Liberazione che per sostenere la legittima difesa, e lasciando stare pure il dibattito in sé sulla legittima difesa, in questo pittoresco raduno leghista si sono susseguite situazioni e dichiarazioni davvero paradossali che, per comprendere la credibilità della Lega e del suo leader, credo sia opportuno menzionare e raccontare.

Così, una dietro l’altra, in sequenza come fosse un film.

1.LA PATRIA

Salvini dichiara che questa iniziativa sulla Legittima Difesa si svolge all’insegna del PATRIOTTISMO, perché difendere se stessi significa difendere la PATRIA.

Ma allora perché l’inno del raduno è VA’ PENSIERO (ovvero l’aria usata da più di vent’anni dalla Lega per tutte le sue iniziative secessioniste e separatiste) e non l’inno di Mameli?

Allora perché mentre dal palco il leader e i suoi più stretti sottoposti continuano a blaterare di patria e patriottismo, i militanti in platea continuano a inneggiare al 22 ottobre – data fissata per il referendum sull’autonomia di Lombardia e Veneto – con tanto di gigantesco striscione che sottolinea il countdown, come al giorno della vera “liberazione”?

2.AVVOCATO BONGIORNO

Tra i big chiamati a parlare sul palco c’è l’avvocato Giulia Bongiorno, novella pasionaria della giustizia fai da te e della pistolettata facile (lo sottolinea con una metafora da antologia, ovvero raccontando la favola di Cappuccetto Rosso al rovescio). Forse mi sono perso qualche puntata precedente, ma la Bongiorno, che divenne “principessa del foro” grazie alla difesa del fu Giulio Andreotti nell’ultimo processo subito dal sette volte premier per associazione mafiosa, non era la paladina del garantismo?

3.IN NOME DEL CRISTIANESIMO

Ovviamente, accanto alla difesa della patria, c’è quella delle RADICI CRISTIANE.

Legittima difesa, secondo Salvini e il suo partito, significa quindi anche – forse soprattutto – difendere il cristianesimo dall’invasione di clandestini che vogliono islamizzare l’occidente.

Un militante, riferendosi ai migranti, tuona ai microfoni: “andrebbero buttati a mare”. E poi aggiunge: “lo diceva anche GESU’ CRISTO… che se uno ti dà una sberla devi rispondere con un cazzotto!”.

Ora io sono un ateo miscredente e materialista… eppure mi sembra di ricordare che nei Vangeli Gesù Cristo non dica esattamente “dai un cazzotto a chi ti ha dato una sberla”. Forse sbaglio ma mi pare che, al contrario, dica: “porgi l’altra guancia”. E mi sembra anche che dica “ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ero FORESTIERO E MI AVETE OSPITATO” e anche “ogni volta che avete fatto tutto questo al più piccolo dei miei fratelli lo avete fatto a me”.

Ripeto, sono uno spregevole ateo, però non riesco proprio a capire di quali radici cristiane si stia parlando…

4.STACCHIO

Ovviamente la star della giornata è Graziano Stacchio, il benzinaio che con il suo fucile aveva risposto al fuoco contro gli assalitori della gioielleria accanto alla sua pompa di benzina, uccidendo uno di loro. Salvini, la Lega, i suoi militanti e chiunque altro lo voglia celebrare come eroe è ovviamente liberissimo di farlo. Un po’ meno comprensibile presentare Stacchio come MARTIRE e come VITTIMA di una giustizia che, come dice Salvini, proteggerebbe i clandestini e manderebbe in galera gli onesti cittadini costretti a difendersi.

Mi chiedo: vittima di cosa? Ma Salvini e i suoi si sono accorti che quella giustizia che tanto criticano, tra l’altro da parecchio tempo, HA PROSCIOLTO STACCHIO DA OGNI ACCUSA? Che Stacchio non è stato semplicemente ASSOLTO, ma il caso è stato proprio archiviato, ovvero non c’è stato alcun processo penale a suo carico?

5.PATRIA PARTE SECONDA

In ogni caso, è pur sempre il 25 aprile. Perciò nemmeno Salvini si può completamente esimere da un commento, un pensiero sulla giornata, la seconda guerra mondiale, i nazifascisti, i partigiani e via dicendo.

A chi gli dice che i partigiani furono patrioti lui risponde di essere “dalla parte dei patrioti come Marine Le Pen”. Cioè? Io sicuramente sono molto limitato, ma non riesco proprio a capire cosa c’entri tirare in ballo l’attuale leader di un partito francese in un discorso sulla storia d’Italia e sulle origini della nostra repubblica.

Non pago, più tardi, Salvini su Twitter ci tiene comunque a scrivere di essere ben consapevole che “i nostri nonni persero la vita perché non passasse lo straniero”. Sì, certo… peccato che ha sbagliato guerra, visto che quella della difesa dei confini e del “sul Piave non passa lo straniero” fosse la prima guerra mondiale, 1915-1918, non la seconda.

6.IL MONDO NON È FACEBOOK

Salvini chiude l’appuntamento veronese ammonendo tutti quanti con questa frase: “vi ricordo che il mondo non è Facebook”.

Lo dice lui, che è on line h24 e 7 giorni su 7.

Lo dice lui, che twitta e posta tra le cinquanta e le sessanta volte al giorno.

Lo dice lui, che quando è andato a Lampedusa ha chiesto un momento di pausa per riposarsi e appena l’hanno lasciato solo è andato in diretta su Facebook per quindici minuti.

Lo dice lui, che è l’esempio più lampante e compiuto della politica fatta sui social e non sulla strada e tra la gente.

Lo dice lui, che appena ha pronunciato questa frase ha chiamato tutti sul palco per un selfie di gruppo.

Lo dice lui, che probabilmente senza Facebook non sarebbe mai esistito.

Titoli di coda.

Alla prossima.

#resistenzeRiccardoLestini

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