THE DOORS – “L. A. Woman”

Si dice che questo pezzo non l’avessero mai provato, ma solo canticchiato e immaginato in testa, e che decisero di inciderlo subito, così, al volo, senza nemmeno una prova, improvvisando e seguendo le intuizioni del momento, proprio come facevano all’inizio, quando ancora non erano i Doors, ma solo quattro ragazzi che fottevano la morte e celebravano la vita suonando insieme, in una casa sulla spiaggia di giorno e in fumosi localini del Sunset Strip di L.A. la notte.
Si dice che fosse il loro ultimo impegno previsto dai vincoli contrattuali sottoscritti quattro anni prima, quei contratti, quelle scadenze e quegli obblighi che, a tutti ma a Jim in particolare, avevano causato così tanti problemi.
Si dice che l’idea di essere liberi da obblighi li rendesse euforici come non lo erano più da tempo.
Si dice che per registrare uscirono dalle stanze dello studio e che sistemarono gli strumenti in salotto, mentre Jim si sistemò al bagno, sedendosi sul cesso con una cassa di birra davanti.
Si dice che alla fine di quella esaltante giornata di registrazione, Jim – o Jimbo come tutti ormai lo chiamavano – ne avesse bevute trentadue.
E si dice che fu l’ultima volta che suonarono insieme: finita l’incisione, Jimbo saltò su un aereo per raggiungere l’amata Pamela a Parigi, e non sarebbe più tornato.
Si dice che era il marzo del 1971, e che fu un bellissimo modo di salutarsi.

Tutto questo si dice. Sapere cosa appartenga alla storia e cosa alla leggenda, non ci interessa, visto che l’unica cosa che conta non si dice, ma è una certezza. Ovvero che questo brano, “L.A. Woman”, infinito, corposo, rotondo, morbido e graffiante, esiste ed è un monumento nella storia del rock e del blues.
Straordinario senza altro da dire.
Buon sabato a tutti.

#jukebox

https://www.youtube.com/watch?v=JskztPPSJwY

 

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