Il Vice Questore Rocco Schiavone che si fa le canne

Rocco Schiavone non lo conoscevo, i libri di Antonio Manzini non li avevo mai nemmeno sfogliati. Ne avevo sentito parlare come uno dei fenomeni letterari più interessanti degli ultimi anni, ma non ne sapevo nulla.

L’ho scoperto grazie alla serie tv in onda queste settimane su Rai Due. Ed è stata una grande scoperta. Prima di tutto, un raro – rarissimo – esempio di serie tv italiana ben fatta, ben girata e ben recitata (in particolare Marco Giallini, l’interprete di Schiavone, è letteralmente un fenomeno). Ma al di là della buona fattura, a intrigarmi più di ogni altra cosa è stata proprio la natura del personaggio, la sua umanità così lontana dall’eccezionalità di tanti (troppi?) eroi protagonisti di saghe e serie. Così mi sono precipitato in libreria, scegliendo a caso due romanzi di Manzini (“Pista nera” e “7-7-2007”), che hanno raddoppiato di colpo l’interesse e il fascino di questo personaggio.

Premesso questo sono rimasto molto più che stupito (e basito) dal gran dibattito che c’è in questi giorni. attorno al personaggio di Schiavone, finito in un tritacarne di polemiche.

Pare – almeno così dicono i detrattori della serie – che sia inammissibile mandare in onda una fiction, in prima serata e su Rai Due, il cui protagonista si fa le canne. Un esempio deleterio per i giovani e una pessima caduta d’immagine per tutta quanta la rete.

La cosa, sinceramente, mi fa un po’ sorridere e un po’ incazzare. Forse soprattutto incazzare.

Perché, anzitutto, pensavo davvero fossero finiti i tempi dei censori della domenica, capaci solo di guardare il dito e nascondere la luna. E che soprattutto non capiscono quanto sia importante un personaggio come Schiavone, soprattutto per i giovani. Quanto sia di vitale importanza, per i ragazzi di oggi, ossessionati e frustrati dalla perfezione di modelli irraggiungibili, dal tutto e subito, vedere un personaggio come Schiavone, positivo (tenace, combattente, al servizio degli altri, dalla parte della giustizia bravo nel suo lavoro) e pieno di imperfezioni, difetti e gigantesche contraddizioni. Che è positivo proprio nei suoi difetti e nelle sue contraddizioni. Che è grande proprio nell’essere imperfetto, che proprio nell’imperfezione trova la sua umanità.

In una parola: finalmente un personaggio vero in cui potersi riconoscere e specchiare senza ansie.

Soprattutto sorrido invece, quando penso alla gigantesca ipocrisia che sta dietro polemiche come queste. Accettiamo tranquillamente che i nostri ragazzi guardino a ripetizione Talent e Reality, festival della competizione più accanita e malsana e del vuoto e del nulla cosmico, che stiano tutto il giorno a farsi iniettare da questi programmi valori come il culto ossessivo dell’apparire, del denaro facile, dell’inutilità della cultura e del talento, e poi scateniamo l’inferno perché non va bene che vedano in tv un vice questore di polizia che si fa le canne.

E poi Rai Due… non era la rete che lanciò quel capolavoro di grandi valori e alta cultura che era “L’isola dei famosi”? E poi sarebbero le canne di Schiavone a darne un’immagine deleteria?

#resistenzeRiccardoLestini

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