La chiamata diretta e l’ennesima distrazione di massa

Prima c’è stato il Concorsone. Le denunce di incostituzionalità del bando, la pioggia di ricorsi, l’assicurazione della legittimità e della riuscita di queste operazioni, i controricorsi verso chi aveva ricorso. In sostanza, le urla, tante urla con i sindacati al centro della scena, a gestire carte e incartamenti, a farsi garanti e rassicuratori, a sbandierare e rivendicare verso ogni ricorsista o anti-ricorsista il proprio ruolo determinante in questa o quella vittoria.
Tante urla in sostanza. Tanta confusione in definitiva.
Perché al di là al di là delle piccole vittorie in tribunale, dei piccoli aggiustamenti a posteriori (di certo in molti casi, per i singoli, determinanti), altro non si è trattato che di gigantesche distrazioni di massa per far scivolare nel dimenticatoio il fatto che il Concorsone si è effettivamente svolto.
Che si è effettivamente svolto un’operazione molto più che vergognosa, che ha preteso (e ottenuto) di far sottoporre a un’ennesima prova selettiva insegnanti ABILITATI che lavorano da anni nella scuola pubblica, la cui competenza e professionalità sono certificate, oltre che dall’abilitazione di cui sopra, proprio dalla lunga esperienza maturata. Che ha preteso (e ottenuto) che da ora in poi l’abilitazione (da comprare a caro prezzo, con una procedura di selezione e con un esborso economico non indifferente) non sia altro che un mero titolo d’accesso a un’ulteriore procedura concorsuale. Che ha preteso (e ottenuto) la formazione di commissioni esaminatrici sovrasfruttate e sottopagate, con l’ennesima umiliazione e l’ennesimo svilimento del ruolo dell’insegnante.
 
Poi c’è stata la Mobilità, e le cose sono andate più o meno nello stesso identico modo.
Trattative infinite tra sindacati e ministero, compromessi, aggiustamenti, revisioni, divisioni in fasi, distinguo tra insegnanti e insegnanti. E, alla fine, di nuovo i sindacati a sbandierare il proprio ruolo determinante per una grande vittoria e un risultato insperato.
Anche qui, tante urla in sostanza. E tanta confusione.
Perché al di là dell’aver salvato il salvabile, al di là di aver garantito ai docenti in ruolo pre-riforma la salvaguardia della sede di titolarità, tutte queste calendarizzazioni convulse sulla mobilità sono state solo ulteriori distrazioni di massa per far dimenticare come questa “mobilità straordinaria” altro non sia che uno dei frutti più perversi, e malati, dell’abolizione delle province e dell’istituzione degli ambiti territoriali, del discutibile piano straordinario d’assunzioni avvenuto su base nazionale, della frettolosa – e quasi sempre assurda, incongruente, a volte completamente inutile – istituzione dell’organico di potenziamento.
 
Infine la chiamata diretta. E la musica si sta ripetendo, tale e quale.
Trattative ancora in corso e anche in questo caso, possiamo starne certi, arriveranno da più parti trionfanti grida di vittoria.
Si riuscirà a strappare una pseudo graduatoria per titoli, forse i titoli richiesti saranno vari e molteplici. I sindacati, che hanno fallito clamorosamente laddove avevano il dovere di riuscire (ovvero nell’opporsi alla Buona Scuola), si ricostruiranno una loro immacolata verginità e noi dimenticheremo che la chiamata diretta, ovvero la fine del principio di trasparenza e l’inizio della scuola-azienda, rimarrà sempre e comunque; che il contratto triennale e il nomadismo perpetuo del docente sarà comunque immutabile.
 
Dimenticheremo che avremmo bisogno di dignità per la nostra professione e riusciamo solo a ottenere, nel migliore dei casi, elemosina. Che avremmo bisogno di stabilità e continuità e che riusciamo ad avere, quando va bene, una precarizzazione triennale.
Che avremmo bisogno di una scuola che ragioni su esigenze pratiche e reali fabbisogni, mentre sappiamo solo accettare la creazione di una struttura descritta per slides irreali, slogan vuoti, spot fasulli.
Che avremmo bisogno di una scuola trasparente, fulcro ed esempio di una società trasparente, mentre sappiamo soltanto accettare la creazione di una struttura che accentra i poteri sul singolo generando silenzio e servilismo.
 
Che avremmo bisogno di una scuola sana e funzionante, mentre quel che abbiamo è solo e soltanto la Buona Scuola.
 
Buone vacanze.
 
#resistenzeRiccardoLestini

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *