Ricominciare
Dopo quasi due settimane di silenzio, questa pagina riapre i battenti.
Ritornano perciò le storie, gli universi e le r-esistenze.
Soprattutto le r-esistenze.
E ritornano gli appuntamenti fissi, i consigli del venerdì, le recriminazioni di #anchevoltaire, gli itininerari di #firenzemagica.
Tutto insomma.
Questo perché scrivere per me è vita e mai – mai – come in questo momento ho avuto un bisogno così disperato di vita.
Ma soprattutto perché, come tutti gli scrittori, ho avuto – in adolescenza – un periodo più o meno lungo in cui scrivere era un qualcosa di molto privato, tenuto segreto agli altri e non perché non volessi essere letto, ma perché me ne vergognavo.
Me ne vergognavo profondamente.
Perché, sempre in quel periodo, solo due amici erano a conoscenza di questo segreto.
Perché, oltre a quei due amici, solo una persona aveva libero e completo accesso ai miei quadernini a spirale che custodivo gelosamente sulla mia scrivania.
La persona con cui dividevo la mia camera da letto.
La stessa che, nella stessa camera, quando ero ancora più piccolo e avevo paura del buio, sporgeva la sua mano dal letto per stringere forte la mia e farmi addormentare.
Mia sorella.
A quei quaderni, aveva libero accesso non per prepotenza. Ero io a volerlo. Non tanto per avere un suo giudizio, ma per essere rassicurato. Avevo bisogno di capire se scrivere fosse normale o fosse roba da psicopatici.
Per questo la pagina riapre e per questo la mia penna ricomincia a funzionare.
Perché lo devo a lei, lei che è stata la prima a leggere, la prima a incoraggiarmi, a farmi pacificare con la parte più vera di me, lei che adesso non c’è più ma in un qualche modo continua a esserci più di prima.
Perché da oggi ho un motivo in più per scrivere.
Sì. Stavolta riapro per te e solo per te, Roby.
Buona lettura a tutti.