Quanto valgono le unioni civili?

… o, se si preferisce, quanto vale un principio?
Senza entrare, almeno in questa sede, nel merito del dibattito su unioni civili, stepchild e via dicendo, scrivo queste brevi e frettolose righe per rivolgere alcune questioni – in particolare – agli elettori e ai militanti del Movimento 5 Stelle.

L’ultima uscita di Beppe Grillo, sinceramente, sconcerta. O quanto meno, lascia molto, ma molto perplessi.
Fermo restando che lasciare libertà di scelta ai singoli parlamentari su delicate questioni etiche – come sono, appunto, le unioni civili – è, politicamente parlando, linea logica e legittima, tale logica e tale legittimità si perdono e si smarriscono quando questa scelta cade al termine di settimane in cui un intero movimento politico (nella fattispecie, appunto, il Movimento 5 Stelle) ha fatto delle medesime questioni (sempre le unioni civili) una bandiera di lotta e integrità.

Per settimane infatti, i principali esponenti nazionali del Movimento, hanno messo in testa alle loro dichiarazioni sempre la legge sulle unioni civili, non solo indicandola come priorità assoluta per il progresso democratico del nostro paese, ma anche (soprattutto?) avvertendo il Partito Democratico che non avrebbero mai accettato la benché minima modifica al testo originario del ddl Cirinnà.
Tradotto in termini puramente politici: qualsiasi aggiustamento o mediazione da parte del PD sul ddl (come una marcia indietro sulla stepchild, ad esempio), avrebbe comportato l’opposizione del Movimento, disposto a votare il ddl Cirinnà esclusivamente nella sua versione integra e originaria.
Questo perché, per il M5S, l’ideale delle unioni civili era un punto fermo, un principio irrinunciabile e sul quale – come del resto in tutti i principi del M5S – non è possibile trattare.

Poi, oggi, la clamorosa “sparata” di Grillo.
Come vanno intese queste parole?
Sinceramente, sorge il dubbio che le unioni civili – in casa 5 Stelle – siano diventate, da principio irrinunciabile, pura merce di scambio.
Sorge il sospetto che la richiesta di integrità del ddl sia stata valida fino a quando non si sia intravista la possibilità di spaccare il PD, fino al momento in cui si è sperato in una trattativa del PD con la sua ala più cattolica e conservatrice, nonché con le altre forze di governo (Ncd in testa).
E che invece, al momento in cui si è capito che il PD sarebbe andato fino in fondo con il ddl, saltate le “speranze” di trattative, il Movimento si sia tirato indietro. E che, in conclusione, la “libertà di scelta” in nome della coscienza dei singoli, non sia altro che un paravento per nascondere la volontà di tentare un’altra strada per ottenere il medesimo risultato: bocciare, a prescindere, una proposta del PD e del governo.

Premettendo che chi scrive non è, né è mai stato, né elettore e militante 5 Stelle, né elettore e militante PD, chiedo:
– è un sospetto o è la realtà?
– come vanno lette le parole di Grillo e perché cadono al termine di settimane in cui il M5S ha sempre espresso ben altre posizioni?
– quanto vale l’integrità e la coerenza?
– quanto vale un ideale?
– quanto valgono le unioni civili?

Riccardo Lestini
‪#‎resistenzeRiccardoLestini‬

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