Le fidanzate dell’est

Alla fine di tutto, da qualunque parte lo si guardi, resta solo il ridicolo. Un ridicolo enorme, gigantesco, vuoto e deprimente, spogliato di qualsiasi aspetto lontanamente ironico o divertente.
E sì che di cosa importanti da discutere e affrontare ce ne sarebbero state tante.
A cominciare dal linguaggio, dal vocabolario. A cominciare dal fatto che ancora oggi, nel 2017, in determinati contesti si usino ancora – come fosse la cosa più normale del mondo – espressioni come “le donne dell’est” o verbi come “scegliere”. Come se le persone, le donne nello specifico, fossero figurine di un catalogo a cui attingere liberamente, bestie da canile in attesa di essere “scelte”, selezionate, soppesate, valutate, votate. Per di più rigidamente divise in categorie etniche per cui, a ognuna di esse, si pretende corrispondano caratteristiche precise e immutabili.
Per proseguire con il continuo e incessante moltiplicarsi di siti web e pagine social che, trincerati dietro una presunta ironia che in realtà è pura violenza col sorriso, pubblicano quotidianamente indisturbati decine e decine di elenchi atroci, da cui è tratto anche quello, ormai celebre, mandato in onda dalla Rai.
E per finire con il “taglio” scelto dal programma, dove – oltre a riciclare il linguaggio trucido di cui sopra (ricordo a questo proposito che l’ospite principale era l’attore Fabio Testi, che si è prodigato in una agghiacciante esegesi dei bordelli russi e delle gioie del sesso a tre praticato dalle donne della steppa), si è deciso non di parlare di come sia possibile esprimersi in certi modi o del perché esistano questi siti o del perché – soprattutto – molti uomini ragionino effettivamente così, ma di chiedersi per ore se effettivamente “le donne dell’est” siano migliori. Dove non si è messo a tacere Fabio Testi ma gli si è dato credito ascoltandolo nei suoi deliri volgari e brutali.
Niente di tutto questo.
Si è preferito infognarsi in dibattiti inutili per capire se Paola Perego fosse innocente o colpevole, se fossero più colpevoli gli autori o i dirigenti Rai, se fosse o meno giusto sospendere e cancellare il programma, se fosse possibile stupirsi di tutto questo visto che al bar si parla così da secoli (dando per scontato che, visto che al bar funziona così, debba per forza andare bene), se non fosse il caso di smetterla di fare i moralisti con siti che, in fondo, fanno solo ironia (che invece per noi, lo ripetiamo, ironia non è).
Si è preferito il ridicolo appunto. Quel ridicolo che vaneggia del nulla per non affrontare le questioni reali. E per lasciare che tutto continui così, che continui beato e immutabile un mondo sfacciatamente maschilista dove le donne se ne stanno mute in vetrina a essere scelte, catalogate, votate, disprezzate. E dove la televisione continua a essere la tragica cassa di risonanza di questa stupida e orrenda “normalità”.

#resistenzeRiccardoLestini

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