Una domanda per tutti

Se fossi stato greco avrei votato e sostenuto Syriza, l’unica forza politica nata dalle esperienze movimentiste del Social Forum e di Puerto Alegre ad aver assunto, nel corso degli anni, una vera e propria struttura elettorale radicata e continuativa.
Per me da sempre appartenente alla sinistra radicale, è quella, e continuerà ad essere, la mia “ideologia”, la mia “visione di mondo”, piaccia o no.
Ma non voglio adesso parlare – né scatenare una discussione – sulla giustezza o meno di tale visione, sulla sua applicabilità, sulle sue falle e sui suoi punti di forza.
Vorrei invece porre una domanda a tutti quelli che – come me – hanno una visione politco-sociale del mondo assai definita, qualunque essa sia: nazionalista, libertaria, liberale, socialdemocratica, centrista, destrorsa, sinsitrorsa… o qualunque altra.
La domanda è molto semplice: che senso ha – oggi come oggi – votare? Perché, per quale motivo, dovrei/dovremmo votare?
E non parlo del voto “al meno peggio”, fatto “col naso turato”… parlo anche – soprattutto – di un voto dato con convinzione, a un leader, a un partito o a uno schieramento nel cui programma vi siano rispecchiate, in larga parte o addirittura del tutto, le nostre idee di società.
Che senso ha votare qualcuno – chiunque esso sia – che poi, in ogni caso, non potrà applicare nulla del proprio programma, ma potrà soltanto mettere in atto provvedimenti voluti e imposti da nazioni più forti, che sempre e comunque dovrà piegarsi a volontà che non hanno nulla a che fare con quella popolare e nazionale?
Ripeto: che senso ha votare?
Lo chiedo visto che, nell’ultimo anno soprattutto, quando ho più volte sostenuto le ragioni del “non voto”, ho ricevuto molte critiche. E credo che oggi, soprattutto oggi, sia molto più chiaro il perché di quella mia scelta.

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