San Lorenzo

Desideri e desideri, non ne ho nemmeno uno schiacciato sotto questo cielo basso, in quest’attesa eterna di stelle morenti. Nemmeno uno. Non sono capace di desiderare il possibile, di bramare il consueto, di attendere un futuro qualsiasi. I soldi le banche i progetti non fanno per me. Non so godere di felicità prestabilite e domestiche. Certo mi commuove e mi strazia il cuore il tuo ricordo, mia dolce, mi serra la gola pensarti chissà dove, sola e indifesa, a guardare le stelle, quando in un passato non troppo lontano le aspettavamo insieme, occhi negli occhi, e in due non eravamo più soli e conoscevo tutti gli odori di ogni tuo mattino. Vedi, mia cara, mia vita passata, eppure il quotidiano scorrere delle ore ha stritolato e distrutto anche noi che credevo unico cielo al di là della mia eterna solitudine. Niente da fare, sono troppo debole e troppo sbandato, la vita fiorisce e cresce nella pesantezza dei lavori e delle radici, mentre la mia esistenza vola via e galleggia senza centro e senza domani. Che mi siano proibiti gli amori allora, le case che profumano di donna e le tavole imbandite con l’armonia delle sere d’inverno. Che mi siano proibiti gli amori allora, tranne quelli che durano meno di un attimo, tranne quelli che durano soltanto il tempo di un addio. E che mi siano proibiti i desideri, stanotte e per sempre. Che io desideri soltanto l’impossibile, parole e lingue sconosciute, voli e invenzioni inesistenti, colori mai viste e vite smisurate. Che io non desideri altro se non andarmene via da qui, dall’Italia, dall’Europa, da questo mondo e raggiungere dune e deserti e uomini e donne dagli odori selvaggi e primordiali, bruciare di mare e salsedine i miei polmoni, accecare i miei occhi col giallo di soli immondi, purificare il cuore con tempeste di sabbia e turbini di vento. E poi tornare, secoli dopo con la pelle d’avorio, ozioso e brutale e feroce e illetterato, e alla fine andare incontro a una di quelle donne che passeggiano tutto il giorno per strada con le caviglie indurite e gli occhi pietosi e violenti, e che amano prendersi cura di uomini infermi e incapaci e col troppa vita nel cuore. E a una di queste donne darmi in affitto e tra i suoi seni color vermiglio riposare finalmente, salvo, in un sonno eterno di marinaio ubriaco.

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