Scuola Diaz: non ci basta

Sono passati quasi tredici anni dalla “notte della mattanza” alla scuola Diaz di Genova, atto finale – e fatale – delle tragiche giornate del G8 di Genova.
Arriva in queste ore la notizia dell’arresto dei tre “superpoliziotti” ai vertici della catena di comando che pianificò, ordinò ed eseguì il “blitz” all’interno della scuola Diaz la notte tra il 21 e il 22 luglio 2001, il conseguente massacro e arresto di 93 persone inermi e innocenti, nonché la gigantesca opera di insabbiamento e produzione di prove false (vedi l’inesistente aggressione alla volante, il falso squarcio di coltello prodotto ad arte sul giubbotto di un poliziotto, l’introduzione forzata di due bottiglie molotov e il grottesco tentativo di far passare gli attrezzi del cantiere degli operai della scuola come armi improprie dei manifestanti).
Finalmente, i vertici della Ps di allora, Luperi, Gratteri e Mortola (all’appello mancano La Barbera, nel frattempo deceduto, e De Gennaro, che pare sia più intoccabile del Papa), finiscono in manette per quello scempio.
“Meglio tardi che mai”, ha commentato Agnoletto e “meglio tardi che mai” commentiamo noi. Eppure, tutto questo, non ci basta.
Per chi come me, non solo ha vissuto quel dramma in prima persona, ma ha anche seguito passo passo l’intera vicenda processuale legata al G8, una simile notizia e quindi vedere finalmente riconosciute come verità tutte le cose che urlavamo e denunciavamo al mondo intero già tredici anni fa e per cui ci siamo battuti senza sosta, ha di certo un che di catartico e liberatorio, una spruzzata di balsamo al cuore. Ma, ripeto, non basta.
Prima di tutto, ci sgomenta e ci rattrista vedere lo spazio quanto meno irrisorio dedicato alla notizia da stampa e telegiornali: sono finiti in manette per reati gravissimi come “falso” e “calunnia” tre dei principali esponenti dell’organo che dovrebbe assicurare sicurezza e quieto vivere a tutti i cittadini. Perché i cittadini non devono sapere? Perché, a tal proposito, non si vogliono aprire dibattiti, discussioni, approfondimenti? Perché?
Quando passò sotto silenzio la notizia della condanna in via definitiva degli autori materiali delle torture nella caserma di Bolzaneto, pur non approvando, riuscimmo a capire la cosa. In fondo, si trattava di agenti semplici. Ma in questo caso parliamo di uomini che hanno occupato posti chiave nei vertici degli organi di sicurezza dello Stato. Il silenzio dei media e del mondo politico, di conseguenza, ci appare gravissimo.
E non ci basta perché ancora un percorso reale di ‘medicazione’ della ferita aperta da Genova non è stato aperto. Aspettiamo ancora parole dello Stato su quei tre giorni di sistematico omicidio della democrazia e dello stato di diritto. Aspettiamo ancora risposta sull’introduzione del reato di tortura. Aspettiamo ancora risposta sull’utilizzo dei gas lacrimogeni CS che continuano a provocare tumori e altre gravissime malattie respiratorie. Aspettiamo ancora risposta sul perché, riguardo Piazza Alimonda e l’omicidio di Carlo Giuliani, sia stata negata qualsiasi azione processuale che potesse chiarire in sede pubblica dinamiche e responsabilità.
Aspettiamo tutto questo, tredici anni dopo.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *