Hic Sunt Leones (il Movimento 5 Stelle e il disastro di Roma

Anticamente, esploratori e navigatori esperti e scafati, quando sulle carte geografiche si imbattevano nella scritta “hic sunt leones” (“qui ci sono leoni”), capivano subito di dover procedere con estrema prudenza e totale accortezza.

Con quella locuzione infatti, i cartografi latini indicavano terre inesplorate, ignote, quasi sicuramente pericolosissime, popolate appunto di leoni, ovvero bestie feroci, mostri e chissà che altro. Un ammonimento chiaro, un avviso inequivocabile di pericolo imminente ai naviganti: invertire immediatamente la rotta oppure, se proprio volete avventurarvi in queste lande sconosciute, fatelo con piena cognizione di causa, armati fino ai denti, pronti a battervi coi ferocissimi “leones”.

Ecco, l’impressione è che Virginia Raggi, la sua giunta e l’intero stato maggiore del Movimento 5 Stelle abbiano ignorato la cartografia elementare della politica italiana, dove “hic sunt leones”, “qui ci sono leoni”, ovvero squali, mostri d’ogni ordine e grado, vale anche e soprattutto per il Campidoglio.Oppure che, pur conoscendola e tenendola in considerazione, la abbiano completamente sottovalutata. E si siano buttati nell’arena completamente impreparati.

Metafore a parte, quanto sta accadendo a Roma sconcerta e non poco.

Sconcerta un’ingenuità politica spesso ai limiti – o forse molto al di là – del grottesco di cui il Movimento rimane costantemente vittima e che, come a Roma, lo fa annegare nel niente.

Il sacrosanto, minaccioso ma sanissimo estremismo degli esordi, ha finito per divorare se stesso, trasformando spesso e volentieri il bisogno di onestà e trasparenza in cieco giustizialismo, la giusta pretesa di pulizia in logica della forca perenne, la democrazia diretta e partecipata in parodia della rappresentanza.

Hic sunt leones. I leoni ci sono davvero, non si sono mai mossi da lì, dalla soglia del Campidoglio, scafati, furbi e schiumanti, e non aspettavano altro che questo, un errore, il minimo passo falso che facesse esplodere la contraddizione di chi, non volendo distinguere un avviso di garanzia da una condanna, un’indagine da una sentenza, ha espulso Pizzarotti e deve tenere in piedi l’intera giunta della Raggi. Eccessi e ingenuità che oggi presentano un conto altissimo.

Sconcerta davvero vedere una giunta 5 Stelle annaspare e boccheggiare paurosamente, messa all’angolo su legalità e trasparenza da un Partito Democratico che ha sostenuto e fatto eleggere senza battere ciglio un sindaco platealmente indagato per reati di vario genere (Sala), da un Ncd e da una Forza Italia che nelle loro fila hanno più condannati (condannati, non indagati, bene ripeterlo) che assolti. Messa all’angolo da chi non rivendica la propria purezza e la propria legalità, ma da chi esulta perché “anche voi siete sporchi e illegali come noi”.

Sconcerta completamente sentire Di Maio – che si vorrebbe candidato Premier – dire “ho letto male la mail”… roba che nemmeno i miei studenti sedicenni riescono a partorire simili assurdità…

Sconcerta vedere un Movimento 5 Stelle che rischia di crollare nel suo risultato più alto, pieno e ineccepibile (la conquista di Roma) per niente.

Perché il caso Muraro a Roma è niente. O meglio era niente, se gli stessi 5 Stelle non lo avessero trasformato in tutto.

Peccato.

Perché – e lo dico da persona che non è né militante né elettore 5 Stelle – il Movimento è veramente l’unica realtà al di fuori del “sistema” (ovvero quel complesso intrecci di rimandi, rapporti e legami tra partiti, finanza, banche, altre istituzioni, enti locali, fondazioni, associazioni e quant’altro), un “sistema” che sicuramente – contrariamente a quanto si pensa al bar e in autobus – non è tutto marcio e tutto corrotto, ma ha un modus operandi immutato da decenni e che vorrebbe mantenere immutabile; quindi l’unica realtà, il Movimento, che al momento questo modus operandi potrebbe cambiarlo e, se non distruggerlo, almeno mostrare una via davvero alternativa e una gestione davvero differente del potere.

Roma poteva essere (e forse può esserlo ancora) l’occasione ideale per farlo.

Al momento, l’unico risultato è che l’ingenuità di cui sopra è riuscita a ricompattare tutte le forze politiche, un accerchiamento trasversale che va dal PD a Forza Italia, da Sel a Fratelli d’Italia, dalla Lega a Ncd.

A ricompattare addirittura PD renziano e PD dalemiano.

Hic sunt leones, leoni feroci pronti ad allearsi senza indugi con il diavolo in persona appena sentono l’odore del sangue.

Che al momento è, purtroppo, esattamente quello che hanno fatto.

#resistenzeRiccardoLestini

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