Una risposta su Carlo Giuliani

Mi sembra di essere tornato indietro di tanti anni. Non credevo davvero che l’argomento Genova – G8 2001, scatenasse ancora così tante discussioni.
Relativamente al mio post scritto in data 25 marzo (“Smettete di uccidere Carlo Giuliani”, lo trovato qui sotto sulla mia pagina), mi sono arrivati molti messaggi, pubblici ma soprattutto privati.
Torno oggi a scrivere – pubblicamente – per chiarire alcuni punti del post che ho appena citati, sia per rispondere ad alcune critiche che mi sono state mosse in privato.
1) Mario Placanica. Sempre nel mio post, l’ho citato due volte. Ma non ho specificato alcune cose molto importanti. La prima è che Mario Placanica è ufficialmente il carabiniere ausiliario indicato come chi, alle 17,27 del 20 luglio 2001, avrebbe esploso i due colpi di pistola dall’interno del defender in Piazza Alimonda. Ufficialmente, appunto. Perché in realtà proprio su Placanica si aprono alcuni tra gli aspetti più oscuri di tutta la vicenda. Forse i più dimenticano che Mario Placanica, con una famosa intervista rilasciata al settimanale “Terra” del Tg5 (si trova su youtube), e successivamente in più occasioni, si è sostanzialmente dichiarato INNOCENTE. Ma non rivendicando la legittima difesa. Dicendo proprio di NON ESSERE STATO LUI A SPARARE. Un’idea suffragata da almeno due elementi: a) il proiettile mortale non è mai stato repertato; gli ausiliari hanno in dotazione proiettili calibro 9 Parabellum, i quali – se sparati a distanza di circa 4 metri e mezzo, la distanza cioè tra Carlo Giuliani e il defender – hanno effetti a dir poco devastanti; detta brutalmente: Carlo avrebbe dovuto avere il volto completamente sfigurato dall’urto del colpo; invece, Carlo ha un foro d’entrata molto piccolo sotto l’occhio e un foro d’uscita dietro la nuca ancora più piccolo, e come confermato dalle perizie balistiche, sia di parte che non, è ESCLUSO che quei fori possano esser stati prodotti da un calibro 9; b) le foto scattate all’interno del Defender mostrano che Mario Placanica (o quantomeno un suo sosia….) si porta entrambe le mani alla testa mentre la pistola è già puntata ad altezza d’uomo fuori dallo stesso defender; quindi chi è che spara? e con quali proiettili? e perché incolpare Placanica (per approfondire queste questioni vi consiglio di guardare su youtube il video, in tre parti, “Niente da archiviare”, realizzato da me con Indymedia e gli Ska-P, lì ci trovate abbondanza di immagini, nonché i video inediti della polizia giudiziaria, inediti nel senso che le televisioni si sono sempre rifiutate di mostrarli)
2) La Legittima Difesa. Ogni volta che parlate di legittima difesa riguardo Piazza Alimonda commettete un errore. Potete ovviamente avere le vostre idee, ma è bene ricordare che la “legittima difesa” non è la motivazione con cui il tribunale ha prosciolto Placanica e ha ordinato l’archiviazione del caso. Il perché è semplicissimo: su Placanica – o su chiunque abbia sparato quel giorno – la legittima difesa non è applicabile. O almeno non è applicabile su Carlo. Semmai, la si sarebbe potuta applicare sul manifestante in felpa grigia e casco nero su cui la pistola è GIA’ PUNTATA BEN PRIMA DELL’ARRIVO DI CARLO SUL POSTO. Il caso è stato archiviato perché si sostiene che non si sia sparato ad altezza d’uomo, ma in alto, solo che poi la pallottola sarebbe entrata in collisione con un calcinaccio, deviandone la traiettoria e facendolo accidentalmente carambolare sul volto di Carlo (il testo dell’archiviazione contenente tale ‘fantasiosa’ motivazione, data 5 maggio 2003, steso dal giudice Elena Daloiso, lo trovate dappertutto in rete). Quindi, per favore, basta con la legittima difesa.
3) Il passamontagna. Continuate a dire in molti: ‘se non era un delinquente, se non era malintenzionato, perché si era coperto il volto?’. E’ bene ricordarvi però che a Genova tutti, in un modo o nell’altro, ci siamo coperti il volto. Non perché malintenzionati, ma ne siamo stati semplicemente costretti. Per chi non c’era è un po’ difficile da capire. A Genova, tanto per la cronaca, quei giorni non sono stati usati lacrimogeni d’ordinanza, ma caricati con gas CS, che ha effetti urticanti devastanti, specie agli occhi e alla pelle. Sempre per la cronaca, tanto per capire la potenza di questo gas, vi ricordo che il CS era nell’elenco delle famose armi di distruzione di massa che George Bush cercava in Iraq per giustificare la guerra contro Saddam. E infine vi ricordo che alcuni reduci del G8, a causa del CS, si sono gravemente ammalati: cancro ai polmoni, perdita dell’utilizzo del polmone e via dicendo. E anch’io sono tuttora a rischio, visto che gli effetti del CS possono manifestarsi anche con 15 anni di ritardo. Per approfondire la questione leggetevi il libro “La sindrome di Genova”, scritto dal chimico Edoardo Magnone, edito dai Fratelli Frilli.
4) Piazze, targhe e onorificenze. Sulla targa in Parlamento a Carlo Giuliani, rimando direttamente a quanto ho scritto il 25 marzo. Le piazza: continuate a scrivermi che al ‘delinquente Giuliani’ sono state dedicate Piazze. Ma quali? Quali? Siete in grado di dirmi esattamente quali e dove?
5) Il processo e Strasburgo. E’ inutile che continuiate a dirmi che un processo ha stabilito questo e quello. Devo ancora una volta che il caso, dalla giustizia italiana, è stato archiviato. Sapete cosa è una ARCHIVIAZIONE? Si applica quando si nega un processo. Vuol dire che la famiglia Giuliani non ha avuto modo di difendersi in un dibattimento pubblico, di mostrare le proprie prove, di avere un contraddittorio. La decisione a riguardo è stata unilaterale. E visti i numerosi punti oscuri della vicenda, negare un processo è quanto meno vergognoso. Almeno a mio avviso, che credo nella giustizia e nel garantismo. Poi anche quando mi scrivete che ‘anche la giustizia europea a Strasburgo ha condannato Giuliani’, sbagliate. Sbagliate di grosso. La vicenda non è stata portata a Strasburgo per i fatti relativi allo sparo e alle sue dinamiche, ma alla corte dei diritti umani per quanto accaduto DOPO lo sparo, quando cioè un agente delle forze dell’ordine ha letteralmente spaccato in testa a Carlo già morto una pietra. Quindi a Strasburgo si è esaminato il VILIPENDIO DI CADAVERE, non la dinamica dello sparo. Crimine di cui l’autore materiale non è identificabile. Viceversa, vi ricordo che la condanna internazionale alle forze dell’ordine per i fatti di Genova c’è già stata, ad opera di Amnesty International.
6) Io c’ero. Sì, c’ero. E ho subito anch’io. E non venitemi più a dire ‘ma tu lo sappiamo che tu sei tranquillo, tanti altri non sono come te e poi quando c’è concitazione si colpisce nel mucchio’. Non ditemelo più, vi prego. Io c’ero e so benissimo come sono partiti gli scontri, specie per sabato 21, visto che mi trovavo nel punto esatto dell’inizio dei massacri. So esattamente di chi sono le responsabilità, chi ha iniziato a pestare. E visto che tutti mi reputate una persona pacifica e tranquilla, vi dico che io, pacifico e tranquillo, ho rischiato di fare la fine di Carlo. Siamo stati in 300mila a correre quel rischio. E non abbiamo iniziato certo noi a provocare.
7) L’ignoranza. Io davvero rispetto tutte le idee. Ma c’è un limite a tutto, anche alle stronzate. Per cui, per favore, almeno informatevi. Almeno fate questo sforzo. E quando dico informatevi, intendo a 360 gradi. Per questo vi chiedo davvero, prima di parlare con me, di informarvi a fondo sulla questione. Poi, a quel punto, possiamo discutere quanto volete. Io c’ero, sono testimone oculare di molti di quei fatti, eppure prima di parlare mi sono informato e documentato. Fatelo anche voi. La vostra vita sarà senz’altro più ricca.

Grazie dell’attenzione,

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