Piazza Fontana

Nel giorno del 42esimo anniversario della strage di Piazza Fontana, ACCUSO l’intera classe dirigente di allora, maggioranza e opposizione, di essere rimasta in silenzio, e di aver favorito – col proprio silenzio – l’impunità degli stragisti, dei servizi segreti deviati, di aver creato i presupposti ideali per indagini ridicole che sulla base di prove inesistenti o fabbricate ad arte ha per anni, davanti a un’opinione pubblica inerme e spaventata, accusato e processato uomini e intere aree politiche extraparlamentari risultate poi completamente estranee ai fatti (su tutti gli anarchici Valpreda e Pinelli).
ACCUSO l’intera classe dirigente di allora di aver taciuto nel proprio solo e unico interesse davanti alla palese, lampante e risaputa connivenza di frange dello stato con gli ambienti reazionari e stragisti; di aver favorito, col proprio atteggiamento di tacito assenso insabbiamenti e depistaggi fino ad arrivare all’oblio più assoluto, distruggendo così preventivamente qualsiasi ipotesi di verità e giustizia.
ACCUSO l’intera classe dirigente di allora, e ACCUSO il governo e i servizi segreti americani di allora, di aver creato il clima ideale per una strage della portata di quella di Piazza Fontana, e di essersene barbaramente e sudbolamente serviti per creare la cosiddetta ‘strategia della tensione’, volta a screditare, stroncare e annientare un diffuso movimento di protesta, studentesco e operaio, nato e cresciuto a dismisura nel corso delle manifestazioni e delle occupazioni e delle rivendicazioni sindacali del biennio 1968-1969.
ACCUSO l’intera classe dirigente di allora di aver, con Piazza Fontana, creato il prologo più agghiacciante, il punto di non ritorno supremo, per un’escalation di violenze senza pari in Europa e nel mondo, che ha insanguinato l’Italia per oltre un decennio.
ACCUSO perciò l’intera classe dirigente di allora non solo della responsabilità (non materiale magari, ma senz’altro reale, almeno nell’immobilismo atroce di non potere – e non volere – punire gli esecutori materiali) delle stragi di Brescia e Bologna.
ACCUSO l’intera classe dirigente di allora di aver creato il terreno ideale per la nascita di un terrorismo diffuso, di estrema destra e di estrema sinistra, di una lotta armata lacerante e disperata.
ACCUSO l’intera classe dirigente di allora di essere almeno coresponsabile della morte dell’onorevole Aldo Moro, di aver creato, nei drammatici 55 giorni di sequestro, un assurdo e irreale fronte della fermezza che non ha portato a niente, se non alla spargimento di altro sangue innocente; di aver ostinatamente e ottusamente negato per anni l’esistenza in Italia di un problema di eversione politica, di aver negato per anni l’esistenza di un gruppo armato, feroce e spietato, come le Brigate Rosse, trattando i terroristi come un problema di ‘crimine comune’, anziché come il segnale allarmante di una società in implosione e abbandonata alla disperazione.
ACCUSO l’intera classe dirigente di allora di aver ‘risolto’ il problema del terrorismo con l’aberrante sistema del pentitismo, di aver reso legge l’espediente di Giuda.
ACCUSO l’intera classe dirigente di allora di essere uscita dagli anni ’70 con l’osceno riflusso nel soggettivismo più becero, di aver ristrutturato l’intero quadro sociale sulla base dell’individualismo più spietato, di aver creato una società mostruosa e disumana.
ACCUSO l’intera classe dirigente di oggi di rifiutarsi categoricamente di aprire un dibattito serio e reale su dieci anni atroci di terrorismo folle, opposti estremismi e stragismi, su dieci anni di sangue e morte che hanno annientato e lacerato un’intera generazione.
ACCUSO l’intera classe dirigente di oggi di continuare ad aggiungere sabbia a sabbia, silenzio a silenzio, depistaggio a depistaggio.
ACCUSO l’intera società italiana di oggi di non sapersi indignare, di non reclamare urlando il proprio bisogno di verità storica, di guardare dentro se stessa senza ombre né polveri, ma di essere solo capace di voltarsi dall’altra parte e coltivare il proprio misero orticello.
E un popolo senza verità storica è un popolo senza identità.
Senza verità e senza giustizia ogni giorno è strage di stato, ogni giorno è Piazza Fontana.
Senza verità e senza Giustizia ogni giorno i morti di Piazza Fontana gridano e sanguinano sulle nostre coscienze immacolate.

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