Ciao Giorgio

Quando si spegne un uomo gigantesco come Giorgio Bocca, il primo pensiero va a cosa abbia rappresentato la sua voce in tutti questi anni, nonché a cosa ci abbia lasciato. Giorgio Bocca è stato prima di tutto l’incarnazione più pura, severa e intransigente del ruolo ‘civile’ dell’intellettuale. Partigiano della prima ora, dal 1943, non ha mai deposto le armi. In tempi come questi dominati dall’opportunismo, dal trasformismo, dall’informazione servile nel modo più becero e squallido, l’immensa coscienza critica di Bocca è stata un baluardo di resistenza culturale, un esempio raro, quasi unico, di coerenza e integrità. Un intellettuale scomodo che ha sempre e soltanto servito se stesso, che non ha mai avuto padroni.
Non dimentichiamolo. Gli uomini passano, le idee, le parole scritte no. Non dimentichiamo la sua lezione, non lasciamo scivolarla tra la polvere dell’oblio. Che resti, dentro e attorno a noi, il suo coraggio, la sua passione, la sua rabbia, il suo disperato amore per la giustizia.
E adesso riprendo in mano un suo libro, uno qualsiasi. Le sue pagine hanno addosso il profumo inebriante della verità e della libertà.
Ciao Giorgio.

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