I Natali che ho avuto

Quegli inverni di fine anni settanta e inizio anni ottanta, quando per me non c’era mai Babbo Natale, ma Gesù Bambino, e io me lo immaginavo nudo e minuscolo e carico di regali.
Quella volta che mi svegliò un sibilo e uno sbuffo, e non ci credevo, non ci potevo credere ma era proprio vero. Era un trenino elettrico. Santiddio che trenino.
Quella volta che avevo la tonsillite e fuori nevicava di brutto.
Quella volta che una ragazza mi costrinse sotto minaccia ad andare alla messa di mezzanotte, perché cantava nel coro, e io mi spalmai sulla parete in fondo alla chiesa spallato e capellone e in kephia e diciottenne. E poi tutto tacque e un tizio barbuto dietro l’altare intonò due note con il flauto e io di colpo mi ridestai incredulo perché sì, era proprio l’incipit di “Stairway to heaven”. E il coro la cantò tutta. E io amai disperatamente quella ragazza.
Quella volta che tornai a casa con una storia dentro e accesi una candela e mi misi a scriverla e la finii all’alba.
Quella volta che tagliammo un panettone con le mani e ridemmo e ridemmo e ridemmo. Ma ci sentivamo morire dentro. Tutti quanti e senza soluzione.
Quella volta che sparimmo con la macchina tra stradine sterrate e cenammo in un localino vuoto, occhi negli occhi e nessuna parola. E in sottofondo c’era il jazz di Miles Davis e poi un blues che non ricordo di chi. Ma lei aveva gli occhi azzurri e ci amavamo. E quel natale era solo nostro.
Quella volta che per sbaglio lei buttò il mio regalo nel camino e io lo ripresi gettandomi a mani nude nel fuoco. Ustionato e felice, perché quella collana l’avevo cercata per un mese.
Quella volta che cenammo lì, proprio lì, a pochi metri da Notre Dame e a pochi metri dal paradiso.
Quella volta che bucammo la ruota della macchina e ci aspettavano tutti e non saremmo arrivati mai.
Quella volta che pioveva fortissimo e cantammo sotto la pioggia sbronzi e immacolati.
Oggi, che sono uomo e uno e solo e sento addosso qualcosa che mi scuote e mi fa tremare, e non so cos’è, ma di certo qualcosa di importante. Splendidamente e tragicamente importante.
Buon natale a tutti, amici miei.

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