Una storia terribile

Vi racconto una storia (e a chi la conosce già, chiedo scusa per essere ripetitivo, ma credo sia uno di quei casi in cui è importante insistere).
Quasi due anni fa è uscito il mio romanzo IL PICCOLO PRINCIPE È MORTO, che parla di eroina e tossicodipendenza. L’ha pubblicato una casa editrice piccola e coraggiosissima,

Edizioni fogliodivia

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Prima che ci incontrassimo, la casa editrice di cui sopra e io, gente molto “in alto”, alcuni dei quali dei veri e propri totem della comunicazione “youngAdult” (cioè i super esperti del mondo dei giovani), pur apprezzando il manoscritto me lo avevano bocciato, perché:
– anacronistico… il problema non esiste più
– a chi vuoi che interessi una storia di eroina…
– in Umbria poi… chi ci crede?
Ora la ragazza che vedete in foto si chiama Maria Chiara e ha diciott’anni.
O meglio aveva diciott’anni e si chiamava Maria Chiara. Perché venerdì scorso è morta di overdose. Overdose di eroina, per l’appunto.
In provincia di Terni, in Umbria, per l’appunto un’altra volta.
Ora a me del mio romanzo non interessa granché in questo frangente, anzi vorrei davvero fosse anacronistico come pensavano i geni che conoscono i giovani.
Il problema è che la tragedia di Maria Chiara è tutto tranne che un caso. Al contrario è una storia terribilmente quotidiana, continuamente all’ordine del giorno.
Quando guarderemo in faccia la realtà?
Quando capiremo che la droga non è un problema di ordine pubblico ma una tragedia esistenziale che racconta il vuoto disperante che ci circonda?
Quando ascolteremo il grido di aiuto che ogni giorno ci lanciano i nostri ragazzi?

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