Le emozioni, quelle vere

Una delle serate più emozionanti della mia vita l’ho vissuta alla fine dell’estate 2002.
Ero, all’epoca, in tournée con i Modena City Ramblers, con l’onore gigantesco (e forse immeritato) di aprire i loro concerti con un mio piccolo monologo (Francesco Moneti, ricordi?).
Quella sera eravamo in provincia di Piacenza, a Castel San Giovanni per l’esattezza.
Io arrivai nel tardo pomeriggio. C’era, quella sera a suonare, il mitico Giuntini. Che, col suo modo esageratamente aretino, mi disse: “oh, guarda che stasera c’è Sepulveda”. Impossibile capire se Giuntini dica sul serio o mi stia prendendo per il culo. Precauzionalmente, propendo per la seconda. Ma Cisco Bellotti mi smentisce subito confermando: “C’è Sepulveda”.
Quindi è vero.
Cazzo, Sepulveda.
In due minuti vengo a sapere che ci saranno pure Paco Ignacio Taibo II e Gianni Minà, ma la presenza di uno degli scrittori che più amo in assoluto mi scombussola particolarmente e totalmente.
Ergo, ripeto: cazzo, Sepulveda… sul mio stesso palco!!
E io, sono vergognosamente impreparato! Meno male che a Castel San Giovanni è festa grande, negozi – libreria compresa – tutti aperti.
Vado. La tentazione di comprare l’intera opera omnia del mostro cileno è forte, fortissima. Per fortuna vince il buonsenso e mi limito a quello che mi ha dato di più, a quello cui sono più legato sentimentalmente: “La storia della gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”.
L’emozione è alle stelle.
Con vari intermezzi comici, come sempre. Tipo l’assessore di Castel San Giovanni che si offre di farci strada al ristorante dove mangeremo e, dopo aver sequestrato il Moneti, si perde per i colli piacentini…
Oppure di nuovo il Giuntini che afferra due bottiglie di vino cileno, dietro le quinte, e me le infila nello zaino.
“Una la porti a Claudio (amico comune, gestore del mitico Due Lune Pub, ndr) e con l’altra te ce imbriachi!”.
Tengo a precisare che ho rispettato entrambi gli ordini del Giunta.
Comunque, emozione alle stelle. Io faccio il monologo praticamente tremando. E sempre con emozione immensa sto a godermi il concerto dietro le quinte… con il mostro cileno lì, che irrompe sul palco per “Una perfecta excusa”, e per il resto sta a un metro da me a ballare come un indemoniato insieme alla sua splendida moglie.
Emozione devastante, quando riesco a disturbarlo e a farmi firmare la copia de La Gabbianella e il Gatto.
Emozione indescrivibile, alla fine. Quando insieme a tutti i Modena, al mostro cileno, a Paco e a Minà, mi trovo sul palco a cantare “Bella Ciao”.

Ecco.
Quando se ne va un grande artista che apprezzo, sento sempre un vuoto immenso, incolmabile.
E oggi, la notizia della partenza di Sepulveda non solo non fa eccezione, ma rincara spaventosamente la dose. E condividere questo ricordo, pubblico ma intimissimo al tempo stesso, è il mio modo per sentirmi meno solo in questa gigantesca tristezza.
Soprattutto, il mio modo per ringraziarlo.
Di tutto, per tutto.

Hasta siempre companero…

“Che alla meta arriviamo cantando,
o non arriva nessuno… “

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