Iron Maiden – “The number of the Beast”

C’era anche l’heavy metal negli anni ’80.
E che heavy metal ragazzi… il più grande, il più “classico nel senso più esteso del termine, il più esaltante.
Il fatto che si fosse del tutto esaurita la breve stagione del punk (almeno in termini musicali, poi – pur se in una specie di riserve indiane – i punk continuarono a sopravvivere), fece sì che negli anni ’80 il ruolo dei “brutti sporchi e cattivi” e di una certa “calcolata marginalità” (calcolata nel senso che pure quella era funzionale al fare mercato), ricadesse quasi interamente sulle band heavy metal.
Il che, se in alcuni casi ottenne ritorni notevoli dal punto di vista mediatico, riuscì purtroppo a oscurare quasi completamente l’elemento essenziale del migliore e più nobile metal anni ’80, ovvero: una musica PAZZESCA suonata da musicisti PAZZESCHI con trovate e invenzioni sonore PAZZESCHE e cantata da voci generalmente PAZZESCHE.
Gli Iron Maiden, vero e proprio Olimpo della storia del metallo, sono la miglior sintesi possibile di quanto detto.
E questo brano (singolo dell’album omonimo, datato 1982) è semplicemente leggendario. La voce stentorea e glaciale che introduce il brano (che doveva essere quella di Vincent Price, ma il cui budget era totalmente fuori dalla portata degli Iron Maiden), l’urlo acuto (e lunghissimo) di Bruce Dickinson che fa da intro a questa storia di inferno sulla terra a cui il protagonista ben presto si abbandona, partecipando a riti satanici e sacrifici.
Inevitabili, all’epoca ma ancora oggi, i soliti vespai polemici e scandalizzati contro certe band che celebrano il male ed esaltano il satanismo.
Al netto delle polemiche, quelli pericolosi e violenti (e pure scossi) risultano essere (oggi come ieri) gli accusatori e non certo i musicisti.
Al lordo, è molto triste come sfugga sistematicamente l’ironia, la provocazione – se non addirittura la leggerezza – che stanno sempre dietro operazioni del genere e di cui gli Iron Maiden furono maestri.
Che dai, rilassatevi e rilassiamoci tutti… come cantano da cinquant’anni gli Stones, it’s only rock ‘n’ roll…

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