AC/DC – “Hells Bells”

Era il 1979 e gli AC/DC avevano appena pubblicato lo spendido “Highway to Hell”. Un disco e un tour leggendari che dopo sei anni di successi continui e crescenti, avevano definitivamente consacrato la band australiana fondata dai fratelli Young all’Olimpo dell’hard rock e della fama internazionale.
Ma proprio nel momento in cui tutto sembrava perfetto e la corsa degli AC/DC inarrestabile, arrivò la morte – improvvisa, tragica, per certi versi assurdi – della voce della band, il grande Bon Scott.
A quel lutto improvviso e devastante seguirono le uniche cose possibile, ovvero dolore e silenzio.
Poi, mentre tutti aspettavano da un momento all’altro l’annuncio dello scioglimento della band, tra lo stupore generale i fratelli Young annunciarono l’uscita di un nuovo disco e “l’acquisto” di una nuova voce, quella – graffiata, altissima e inconfondibile – di Brian Johnson.
Era il 1980 e l’album “Back in Black”, ancora più monumentale, leggendario e indimenticabile del precedente.
Ma che soprattutto, al di là della grandezza mostruosa degli AC/DC e del disco nello specifico, ci dice, o meglio ci urla, come l’unico modo per sconfiggere la morte sia continuare a vivere. Come la vita, a farla vibrare, sia sempre troppo più forte.
“Hells Bells”, brano d’apertura di disco e concerti, inizia con uno dei più celebri rintocchi di campane della storia della musica: una dedica e un omaggio a Bon Scott, ma anche – soprattutto – un modo per continuare a farlo vivere e consacrarlo all’immortalità.
E per continuare a far vivere gli AC/DC, le cui ultime scelte – vedi il licenziamento di Johnson, l’ingresso improvviso di Axl Rose (!!!) – non le condividiamo per niente… però, che spettacolo rimettere questi dischi qua e abbandonarsi a certi riff indimenticabili…

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