Madonna – “Like a Prayer”

Negli anni ’80 a dettare legge c’era Micheal Jackson. E poi c’era Madonna.
E se il primo era “il re del pop”, Madonna nella musica convogliava una molteplicità di suggestioni “altre”.
Di questa artista poliedrica e inclassificabile, cantante che ha determinato mode e status symbol, attrice che ha scritto pagine di storia del costume, ballerina che ha provocato scosse e scandali da copertina, “Like a prayer”, arrivata a fine decennio, col muro di Berlino già più che scricchiolante, è il capolavoro.
Un misto quasi sorprendente di pop rock e gospel, con un coro spiritual che si mescola e si confonde dietro le note dissonanti della più classica chitarraccia rock.
Un testo oscuro che viaggia in un pericoloso equilibrio tra religiosità ed erotismo, un video dove la cantante è testimone di uno stupro compiuto da fanatici della supremazia bianca all’interno della chiesa, e che all’epoca provocò un devastante terremoto, con il Vaticano che ne chiese il ritiro e la Pepsi costretta a cancellare lo spot che utilizzava il brano.
Poi c’è dell’altro.
C’è che questa canzone, e tutto l’album di cui fa parte, pur non essendo propriamente nelle corde dei miei gusti, è stata la colonna sonora di una delle più straordinarie avventure della mia adolescenza.
Non c’è bisogno che la racconti.
Chi ha la mia età (e pure chi ha qualche anno di più) avrà sicuramente la sua epica adolescenziale legata a queste note.
Perciò meglio tacere e lasciare che ognuno chiuda gli occhi e ritrovi quegli anni… e con loro tutti quei maledetti sapori della nostra giovinezza..

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