Elton John/ Rupaul – “Don’t go breaking my heart”

Questa canzone fa cacare, c’è poco da fare. Eppure… questa sua esecuzione è così deliberatamente, calcolatamente e sfacciatamente trash… e questa coppia è così volutamente improbabile e grottesca in ogni suo aspetto, da rendere il tutto a dir poco SUBLIME.
Una specie di impossibile e incomprensibile capolavoro di provocazione (e sì che certe provocazioni all’epoca avevano molto più di un senso, diobono se ce l’avevano!) che solo un genio sornione e deliziosamente stronzo come Elton John poteva concepire.
Ed era il freddo freddissimo inverno del 1994, gli ultimi giorni della prima repubblica e a quell’immensamente piccolo di un’Italia che nonostante tutto sarebbe andata a peggiorare si opponeva l’immensamente grande di Nelson Mandela che si apprestava a cambiare la storia restituendo il suo Sud Africa alla bellezza, e in tutto questo gran casino di splendori e miserie, nel minuscolo palpitare del respiro minimo della mia vita di diciassettenne, proprio mentre Elton John e Rupaul cantavano questa splendida cazzata, c’era questo stanzone in centro città dove a una festa di addio per un tizio che non conoscevo (Dario, mi pare si chiamasse, ma dove se ne andasse e il perché dell’addio non l’ho mai capito) la figlia del dottore – che non era una maestrina, ma una sedicenne dai capelli nerissimi e gli occhi ancor di più – mi mise di colpo un dito sulle labbra e…

… e il resto è un’altra storia, e forse anche un’altra canzone.

#glianninovantainmusica
#anni90

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