Prove tecniche di governo

Contrordine. Appena due giorni fa scrivevo dell’allontanarsi progressivo dell’ipotesi di un’intesa di governo Lega-Cinquestelle, mentre oggi, stando alle ultime indiscrezioni e agli ultimi avvenimenti, il discorso sembra qualcosa di più di una semplice possibilità.
Ma andiamo con ordine.
Dopo il vertice di martedì a Palazzo Grazioli, una sorta di pieno mandato a Salvini per rappresentare la coalizione nelle trattative per le camere sembrava aver definitivamente allontanato il rischio di divisioni in seno al centrodestra, al contrario compattandolo e, ovviamente, ridisegnandone le gerarchie.
Se però da subito è apparsa abbastanza definita la strategia per la soluzione al primo ostacolo della legislatura (ovvero puntare alla spartizione di camera e senato tra Lega e Cinquestelle), la logica di coalizione (con i veti incrociati della Lega verso il PD e di Forza Italia verso il Movimento) pareva sbarrare la strada a una qualsiasi ipotesi di convergenza di governo.
Eppure le dichiarazioni di Salvini, tra ieri e mercoledì, sembrano cambiare di nuovo rotta e andare in tutt’altra direzione. Quel “mai col PD, per il resto tutto è possibile”, pronunciato dal segretario del carroccio, non può nascondere altro che l’intenzione di trattare con Di Maio non solo le camere, ma anche un’ipotesi di governo.
Fonti autorevoli e attendibili, raccontano di un Berlusconi furioso e di uno stato maggiore di Forza Italia in subbuglio, nonostante Salvini, ovviamente, si sia affrettato a smentire.
Ma lasciando stare la cronaca spicciola delle ultime ore, proviamo a ragionare. E chiediamoci: quello Lega-Cinquestelle, che tipo di governo potrebbe essere?
Pur ammettendo l’intesa tra i due vincitori come unico sbocco possibile al rompicapo del governo, resta molto difficile, per non dire impossibile, immaginare un esecutivo “politico”. Le priorità dei due partiti sono infatti assolutamente divergenti, in alcuni casi opposte e inconciliabili. Si pensi soltanto, ad esempio, alle manovre economiche che i rispettivi elettorati si aspettano nell’immediato: la flat tax al 15% da una parte e il reddito di cittadinanza dall’altra. Tecnicamente impossibile, se la matematica e la logica non sono opinioni, poterle realizzare entrambe.
Con tutto che si tratta di due partiti “emergenti”, che si affacciano entrambi al comando della nazione per la prima volta, con programmi che, se pur diversi, prevedono cambiamenti radicali, e quindi concorrenziali. Alleandosi rischierebbero seriamente di annullarsi a vicenda, perdendo ognuno fette sostanziali di consenso e ridando ossigeno a quei partiti tradizionali (leggi: PD e Forza Italia) appena messi all’angolo. Un autentico suicidio politico tanto per la Lega quanto per il Movimento.
Se però sembra impossibile il governo politico, è al contrario assolutamente credibile una convergenza per un esecutivo “di scopo”. In quel caso, infatti, gli interessi di Lega e Cinquestelle si troverebbero a coincidere sotto molti aspetti per nulla secondari o trascurabili.
Salvini e Di Maio potrebbero (non sarebbe difficile, i numeri ci sono eccome) strappare un mandato per un governo “a tempo”, finalizzato al solo scopo di riscrivere o semplicemente modificare la legge elettorale inserendo quel premio di maggioranza che garantirebbe al primo partito (o alla prima coalizione) di poter governare senza accordi post elettorali. Tornando ovviamente alle urne a strettissimo giro, magari già il prossimo autunno.
Converrebbe, e non poco, a entrambi. Si tratterrebbe, in sostanza, di una sorta di tregua armata, un vero e proprio “patto di non aggressione” in attesa di scontrarsi alle prossime elezioni. Il vero e proprio atto di nascita di quella Terza Repubblica continuamente evocata in questi giorni, fondata su un nuovo e inedito bipolarismo (Lega da una parte e Cinquestelle dall’altra), e con PD e Forza Italia messi definitivamente fuorigioco.
C’è quindi da aspettarsi, da Berlusconi e dal partito del Nazareno, le dovute contromosse.
Ma in uno scenario che cambia continuamente ora dopo ora è difficile azzardare altre previsioni. La settimana prossima, con la prima seduta del parlamento e l’elezione dei presidenti di camera e senato sarà in questo senso quanto mai decisiva.
Non resta che aspettare.

#specialeElezioni2018
#resistenzeRiccardoLestini

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