Il confronto mancato

Tanti complimenti a Luigi Di Maio.
Non solo ha accettato un confronto televisivo (anzi a dirla tutta il confronto lo ha chiesto lui) imponendo a suo piacimento tutte le regole, scegliendo pure la rete e mettendo veti su giornalisti indesiderati (roba che quando queste cose le faceva il Berlusconi dei tempi d’oro si alzavano barricate urlando al colpo di stato e alla dittatura). Ma addirittura, con un colpo a sorpresa, a questo stesso dibattito si è sottratto d’improvviso e come fosse la cosa naturale del mondo. Le motivazioni: Renzi dopo la sconfitta alle regionali in Sicilia non è più leader (come se Di Maio, da quando è capo politico del Movimento Cinquestelle, avesse pure facoltà di scegliere i leader degli altri partiti e di decidere quando si devono dimettere) e il PD non è più il competitor principale del Movimento (come se in una democrazia fatta di più voci politiche un partito di minoranza non avesse diritto al confronto e al dibattimento pubblico).
In definitiva, Di Maio ha compiuto un autentico capolavoro: nel giorno della sconfitta più piena e clamorosa di Renzi, è riuscito a regalargli una piccola ma importante vittoria, facendolo passare come un paladino della democrazia. E ce ne vuole, ce ne vuole davvero.
Complimenti, complimenti vivissimi.

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