La decantazione

La settimana scorsa, chiacchierando tra un caffè e l’altro assieme ad altri amici blogger che, con il sottoscritto, condividono il masochismo di tenere aperto un consistente spazio di analisi, racconto e approfondimento dei fatti politici nazionali, abbiamo tutti evidenziato la stessa cosa: il crollo spaventoso delle visualizzazioni dei post dedicati all’argomento.
Approfondendo la cosa, ovvero mettendo nero su bianco e incrociando i dati dei nostri rispettivi blog e di altri con affluenza simile (per capirci quell’affluenza che, dagli studiosi dei traffici in rete, viene etichettata come “media”), è uscito fuori un quadro assai concorde.
Che registra quanto segue:
– i post dedicati alla politica pubblicati tra il 4 e il 20 febbraio registrano una visualizzazione sostanzialmente in media con quella generale del blog, all’incirca tra i 2mila e i 5mila contatti;
– in quelli pubblicati tra il 21 e il 28 febbraio, ovvero nei giorni più caldi di campagna elettorale, c’è un raddoppio netto e l’asticella si alza tra i 4mila e i 10mila contatti per post;
– ma tra l’1 e l’8 marzo, a cavallo del voto, i post hanno una decisa impennata, e la media si alza arrivando a essere compresa tra i 12mila e i 25mila contatti;
– dopo il 9 marzo, il tonfo: la media scende fino a mille contatti per post, con una tendenza a scendere ulteriormente.
Andando a vedere i blog con “alta” affluenza, fino ad arrivare ai siti internet dei principali quotidiani, in proporzione, si scopre che l’andamento è identico.
Sono numeri e cifre che raccontano una storia ben precisa, ovvero come alla grande frenesia e alla grande attenzione siano seguite, immediatamente, in maniera quasi schizofrenica, noia e disinteresse.
Normale e fisiologico? Non molto. Anzi, diciamo pure per niente.
Vista l’attuale situazione, dove niente è certo e dove, soprattutto, la partita più importante comincia adesso, a rigor di logica quella grande attenzione e partecipazione sarebbero dovute continuare. Anzi, aumentare e farsi ancora più grandi, visto che è in questi giorni che si deciderà come quei voti espressi con tanta foga verranno tradotti in qualcosa di concreto.
C’è da scommettere che, quando saranno eletti i presidenti di camera e senato e soprattutto quando si insedierà il governo, l’attenzione tornerà a salire. E parecchio.
Ma non c’è di che rallegrarsi. È la fotografia di un popolo che rivendica urlando il suo diritto a decidere, ma che poi nei fatti si interessa alle decisioni solo quando non si prendono o quando sono state già prese.
La Democrazia Cristiana, ai tempi, aveva un termine preciso per definire tutto questo. Lo chiamava “decantazione”, ovvero quel tempo in cui in maniera lenta e inesorabile evaporavano e svanivano i bollori della campagna elettorale, al termine del quale era possibile siglare accordi e avviare la legislatura senza strepiti e senza alcuna pressione di un’opinione pubblica ormai annoiata e disattenta.
Un precedente non proprio incoraggiante.

#specialeElezioni2018
#resistenzeRiccardoLestini

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