Billie Holiday – “Strange Fruit”

Lei si chiamava Eleonora Fagas, conosciuta dal mondo come Billie Holiday, e la sua vita fu, letteralmente, un inferno allucinante di brutalità e violenza.
Abbandonata dal padre a pochi mesi di vita, fu lasciata piccolissima dalla madre nelle mani della cugina che la maltrattò per tutta l’infanzia. A dieci anni subì uno stupro e altri svariati tentativi di violenza. Nemmeno quattordicenne raggiunse la madre a New York e iniziò a prostituirsi nel quartiere di Harlem.
Solo la musica riuscì a salvarla da quel mondo disperato e maledetto. Fu il produttore John Hammond a notarla in un localaccio di spogliarelli e cabaret e a metterla sotto contratto.
Da quel momento in poi la sua carriera fu rapidissima e sfolgorante
Un successo vertiginoso che la incoronò in un tempo brevissimo come regina del blues.
Ma non bastarono la fama, i riconoscimenti, gli applausi a distruggere le discriminazioni razziali. Per quanto famosa e amata potesse essere, Billie Holiday, a ogni esibizione, in ogni locale, doveva entrare dall’ingresso secondario riservato alle persone di colore.
E soprattutto non bastarono i successi a tenerla fuori dall’inferno. Uomini sbagliati e violenti, lutti improvvisi e devastanti, problemi continui con la giustizia la condannarono a un abisso di sofferenza continuo e lancinante.
La tossicodipendenza, l’alcolismo e infine una malattia fulminante che la fece volar via giovanissima.
Nonostante questo, la sua voce fu – e continua a essere – molto più di un miracolo. Un brivido continuo che squarcia il cielo con un semplice accenno di nota.
Nel suo repertorio pazzesco, abbiamo scelto “Strange fruit”, una coraggiosissima canzone contro la segregazione razziale. Perché oltre il dolore e oltre la grandezza, anche e soprattutto questo era Billie: una splendida e meravigliosa lottatrice.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *