Francesco Baccini/ Ladri di biciclette – “Sotto questo sole”

C’era questo disco dal titolo buffo (Il pianoforte non è il mio forte) scritto e cantato da questo ragazzo più o meno esordiente (era il secondo album, se non erro) di nome Francesco Baccini, che io – in quel momento tredicenne troppo preso a scoprire il rock americano degli anni d’oro e il più classico cantautorato – non avrei ascoltato mai.
Se non fosse stato per uno dei miei migliori amici, incallito tifoso genoano, che me lo impose senza alcuna pietà al grido: c’è il nuovo inno del Genoa, lo canta insieme a DE ANDRE’.
E siccome De André era – all’epoca e pure oggi – uno di quei nomi in grado di farmi fare QUALSIASI COSA, non mi limitai ad ascoltarlo.
LO COMPRAI.
E l’inno del Genoa non lo cagai nemmeno di striscio, ma il resto del disco mi piacque da morire. E se nella prima traccia, Le donne di Modena, ci feci letteralmente il solco (che sì, all’epoca si compravano i vinili e i CD erano oggetti ancora sconosciuti) e nella seconda, Qua Qua Quando, qua qua quasi, la penultima, ovvero questa qui, SOTTO QUESTO SOLE, fu la colonna sonora di quell’estate infuocata.
Assieme a Notti Magiche, s’intende.
Ché sì, era il 1990 orcogiuda, e c’erano i mondiali quell’estate lì, e gli occhi di Totò erano grandi come la luna e il gioco della bottiglia mi regalò un percorso di guerra tra la ferraglia d’un apparecchio ai denti. E una notte di luglio mi batteva il cuore quando d’improvviso scoppiò un temporale e toccava baciarsi sul serio e senza scampo e il mare era ovvio come quell’adolescenza da respirare correndo in bicicletta senza una meta. E bastava un’impennata per sconfiggere ogni angoscia per quel gigantesco futuro possibile…
Sotto questo sole…

https://www.youtube.com/watch?v=v9omlezzd4A&fbclid=IwAR1S82aSJaI0wW_lDlvFYmTZ9TE5ewAVVI4wrMfiSUfbe67VgOdLMPXR-u4

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