Supertramp – “Goodbye stranger”

Loro erano i Supertramp e tra le pieghe dei loro strumenti avevano molto, moltissimo, di quell’ultimo scorcio di decennio mitologico e maledetto.
Avevano acuti altissimi, quasi efebiche, cori contrappuntati e quasi mistici, voci graffiate e inquietanti, sintetizzatori e strumenti ruvidi.
Erano intensi e banali. Di nicchia e popolari.
Erano contraddittori. E bellissimi.
Esattamente come quel 1979, quando sputarono fuori questo singolo dove tutto sembra pianoforte e invece gli strumenti si accumulano uno dietro l’altro.
Dove tutto sembra ciò che non è. Dove non sai se è bella o no, questa canzone.
Ma è irresistibile.
Dannatamente irresistibile…

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