Quando scatta il verde

La scorsa settimana, per lavoro e non solo, mi sono spostato più del solito. A piedi, in macchina e nei mezzi pubblici. Tutto all’interno della mia città, ovvero Firenze, un luogo che, almeno nell’immaginario comune, passa come “tranquillo”.
Semafori, incroci, marciapiede affollati e autobus zeppi fino a scoppiare, sono sempre stati bolge infernali. Eppure l’impressione, stando in strada diverse ore al giorno, è che da bolge urlanti e soffocanti si siano trasformati, anche nella “tranquilla” Firenze, in autentiche guerre senza quartiere.
Per scendere alla fermata, ad esempio, non si spintona più, ma si prende direttamente a bracciate chi sta intorno. E questo che ci siano tre o cinquanta altri passeggeri.
Chi deve salire invece, si guadagna spazio a borsate e non lo fa quasi mai né dalla parte prevista per la salita, né aspettando che prima scendano gli altri.
Chi prova non dico a protestare, ma semplicemente a far notare la maleducazione, viene ricoperto di insulti. E rischia pure di peggio.
Anche al bar, giovedì, un tizio ha cominciato ad urlare (urlare, non protestare) perché il caffè ordinato tardava ad arrivare. La cosa è degenerata al punto che stava per mettere le mani addosso alla barista. Una ragazzina sì e no di vent’anni.
Per non parlare dei semafori. Quando scatta il verde, si suona il clacson. Si suona a prescindere, in maniera preventiva, non perché chi sta davanti non si muove, ma perché si ricordi di muoversi. E se uno va non piano, ma semplicemente entro i limiti di velocità, si suona lo stesso. Oppure si fanno acrobazie per sorpassare. Mettendo in pericolo chiunque.
Il tutto per guadagnare dieci metri e qualche millesimo di secondo.

La sensazione è che se chiedessi a cento persone dove stanno andando con tutta questa furia, novanta non saprebbero cosa rispondermi.
È fretta del nulla, questa guerra quotidiana delle strade, questo spingersi e scavalcarsi aggressivo, senza il più elementare rispetto e senza il più ovvio degli ascolti verso il prossimo.
Fretta del nulla figlia del vuoto vertiginoso di questi tempi.
E se il vuoto si limitasse a generare il nulla, sarebbe “solo” desolante.
Il problema è che genera insofferenza, maleducazione, violenza cieca e immotivata.
E un mondo quotidiano orrendo dove essere costretti a vivere.

#LuneDiBlog
#laSettimanaInTremilaBattute
#resistenzeRiccardoLestini

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