Lo stupro è una cosa divertente…

Lo stupro è una cosa divertente.
Una burla, un gioco, uno scherzo.
Una barzelletta esilarante, irresistibile, da schiantare dal ridere.
Sicuramente è così.
E come potrebbe essere altrimenti?
Come spiegare in altro modo l’incredibile e pazzesco proliferare di “fake news” ogni volta che un caso di stupro ha un’eco leggermente più ampia della zona in cui è avvenuto?

Lo stupro è una cosa divertente.
Talmente divertente che, sull’onda di queste risate incontenibili che la notizia di uno stupro scatena, singoli e gruppi si divertono come pazzi a fabbricare dal nulla e a diffondere queste bufale clamorose a riguardo.

Lo stupro è una burla, una cosa da poco, un’inezia.
Talmente irrilevante che un numero spropositato di persone a queste bufale, a queste fake news, ci crede senza battere ciglio, senza preoccuparsi minimamente di verificarne l’attendibilità. Le condivide, le commenta, le aspetta come una manna dal cielo per sfogare ogni rabbia, ogni malessere.

Lo stupro non vale niente.
È un reato minore, secondario, da poco.
Talmente irrilevante che probabilmente non è nemmeno un reato.
Anzi sicuramente non è un reato. È un equivoco, una provocazione, un incidente tutt’al più.
Perché le donne si sa come sono fatte, si sa come si comportano.
Ammiccano, provocano, si strusciano, si vestono da puttane, ti eccitano, ti obbligano a scoparle e poi t’incastrano, gridano alla violenza, ti denunciano e ti rovinano la vita.
È così, non è vero?
È sicuramente così.
Come spiegare altrimenti le centinaia e centinaia di commenti meravigliosi ed edificanti che girano questi giorni sul web?
Commenti, tanto di uomini quanto di donne, come “non è che nei fumi dell’alcol glie l’hanno data e poi al risveglio hanno cambiato idea?”, “Semplice, le ragazze hanno provocato gli ingenui militari”, “Non ci credo, saranno state loro a fare le zoccole”, “Invece di perdere tempo co ste zoccole, andate nei quartieri dove spacciano”, “sono quasi sicuro che le ragazze hanno lasciato capire che sono disponibili a divertirsi”, “attenti che poi questi stupri diventano un mestiere come farsi rompere lo specchietto retrovisore della macchina”, “dopo che vi siete divertite volete anche denunciare?”.
E così via, all’infinito.

Lo stupro è una cosa divertente.
Una barzelletta, una ciarla, un innocente gioco di ruolo.
Per capirlo basta guardare la foto qui sotto.
Se lo stupro non fosse uno scherzo, nessuno avrebbe mai pensato di mettere in giro una fake così clamorosa ed evidente. Sicuramente, nessuno avrebbe mai pensato di prenderla per vera e condividerla.
Se lo stupro non fosse una barzelletta, nessuno avrebbe mai pensato che queste due ragazze in foto (foto presa da uno screenshot del 2010) potessero veramente essere le due ragazze americane che a Firenze hanno denunciato i due carabinieri in servizio.
Se lo stupro non fosse un gioco, nessuno avrebbe mai pensato di condividere le parole assurde scritte in calce alla foto, nessuno avrebbe mai pensato di tirare in ballo così, a caso, sfidando le più elementari leggi della logica e dell’intelligenza, Laura Boldrini.

Lo stupro è una cosa divertente.
Per convincersene definitivamente basta cercare e leggere tutte le altre fake news che stanno circolando in proposito.
Perché davvero, se lo stupro non fosse una cosa da ridere, allora nessuno avrebbe preso per vera, nessuno avrebbe condiviso, commentato e diffuso a sua volta la bufala clamorosa secondo cui le ragazze americane avessero una polizza antistupro (una polizza ce l’avevano, ma è la polizza di prassi contro furti e rapine che le università americane fanno stipulare a tutti i loro studenti in vacanza all’estero, una di quelle polizze generiche che tutti noi sottoscriviamo e stipuliamo per i motivi più disparati, spesso senza nemmeno esserne consapevoli).
Se lo stupro non fosse una burla, allora nessuno avrebbe preso per vera, nessuno avrebbe condiviso, commentato e diffuso a sua volta l’altra bufala clamorosa secondo cui il 90% delle denunce per stupro fatte da ragazze americane a Firenze si rivelano infondate. Se lo stupro non fosse uno scherzo, allora tutti avrebbero ascoltato la smentita ufficiale della Questura, che non solo ha bollato come completamente fasullo quel 90%, ma ha anche fornito i dati reali delle denunce per violenza sessuale, compresa la nazionalità delle vittime. Ma lo stupro, appunto, è uno scherzo, e della notizia ufficiale a nessuno è importato granché.

Lo stupro è una cosa da niente.
È talmente irrilevante che dello stupro in sé per sé a pochi, pochissimi, importa.
Talmente irrilevante che ai più interessa soltanto se collegabile ad altro: alla Boldrini, all’invasione degli stranieri, degli africani, degli islamici, dei terroristi.
Se lo stupro fosse una cosa seria, allora davanti alla brutale violenza di Rimini ci complimenteremmo con le forze dell’ordine per aver preso così rapidamente le quattro belve responsabili di quell’orrore e poi parleremmo, per l’appunto, di stupro, delle vittime, dei femminicidi, del fenomeno della violenza sulle donne in continua crescita.
Ma la stupro non conta nulla in sé per sé e allora parliamo di sbarchi, di frontiere, di immigrazione, allora invece che parlare della barbarie di Rimini avvaloriamo, commentiamo e diffondiamo ulteriori bufale come quelle che gli stupratori del litorale avessero la tubercolosi, la sifilide, forse anche la lebbra, forse addirittura stavano progettando un attentato contro il Colosseo.
Se lo stupro fosse una cosa seria, allora davanti ai fatti di Firenze, con le indagini ancora in pieno svolgimento, rimarremmo sostanzialmente in un rispettoso (e intelligente) silenzio prima di sputare sentenze.
Ma lo stupro non è una cosa seria, è un equivoco, una provocazione. E allora prima ancora di sapere gridiamo al complotto, crediamo alle peggio bufale, urliamo “troie”, “puttane”, è impossibile, è tutto falso, tutta un’invenzione, tutta una trappola.

Lo stupro è una cosa divertente.
Peccato solo che ci sono le vittime.
Che non solo non si divertono affatto, ma da tutto questo vengono lasciate ogni giorno ancora più sole.

#resistenzeRiccardoLestini

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