A mia figlia Antonia

Ti diranno che è una storia vecchia, che appartiene al passato, che oggi non ha più alcun significato, che non ha più senso ricordarla né tanto meno celebrarla.

Ti diranno che è ora di lasciarlo alle spalle, il passato, che è ora di guardare avanti verso il futuro.

Ti diranno che i partigiani combatterono solo per vizio ideologico e in nome di ideologie altrettanto sbagliate.

Ti diranno che non fecero altro che macchiarsi di infamie, delitti e atrocità d’ogni sorta.

Ti diranno che fu una guerra inutile e un massacro inutile, perché i partigiani non liberarono un bel niente, perché la Liberazione dell’Italia fu opera e volontà soltanto degli eserciti alleati.

Ti diranno che è soltanto una storia gonfia di retorica e menzogne, raccontata esclusivamente dal punto di vista dei vincitori.

E ti diranno, soprattutto, che fu una guerra in cui ognuno fece le sue scelte, che si morì da una parte e dall’altra. E che i morti sono tutti uguali.

Io invece ti dico che chi non ha passato non può avere alcun futuro.

Io invece ti dico che a muovere i partigiani non furono le ideologie, ma gli ideali, quegli stessi ideali che oggi abbiamo voluto dimenticare in nome di chissà quale “nuovo mondo”, quegli stessi ideali che, sparendo, hanno reso il nostro mondo più misero, arido e disumano. Quegli stessi ideali di libertà e giustizia per cui è sempre legittimo combattere, quegli stessi ideali che dovremmo ricordare ogni mattina appena svegli

Io invece ti dico che ogni guerra, in ognuna delle parti in causa, anche la più giusta, la più legittima, la più sacrosanta, ha le sue contraddizioni, i suoi eccessi, le sue indicibili e inaccettabili barbarie. Che le guerre non dovrebbero proprio esserci, che alle guerre non dovremmo arrivare mai. E che non furono certo i partigiani a volere questa guerra, a trascinare il nostro popolo e moltissimi altri nel conflitto più tragico e atroce del novecento: loro furono quelli e tra quelli che quella tragedia contribuirono a farla finire.

Io invece ti dico che se oggi ancora possiamo ricordare quegli eventi fu grazie a chi, con le unghie e con i denti, seppe difenderne e tramandarne la memoria, contro una società che voleva soltanto dimenticare e seppellire.

Io invece ti dico che i morti vanno rispettati, tutti quanti. Ma che non è proprio ammissibile mettere sullo stesso piano chi scelse l’ignoranza, l’intolleranza, la prevaricazione, la sopraffazione, la violenza sistematica, la tortura, la barbarie e chi invece scelse la libertà, l’uguaglianza, il diritto, la cooperazione, la democrazia.

E ti dico che dovremo lottare per difendere e conservare questa giornata fino a quando, nel mondo, continueranno a esistere intolleranza e sopraffazione. Fino a quando continueranno a esistere i fascismi.

E infine ti dico che se un giorno capirai di non condividere quello che ho appena scritto, potrai sbandierare e gridare il tuo disaccordo. A me e al mondo intero.

E potrai farlo proprio grazie a chi ha dato la vita per costruirti uno stato libero e democratico, per darti la libertà di esprimere le tue idee e far sentire la tua voce. Qualunque essa sia.

Potrai farlo grazie al 25 aprile.

Tuo padre,

la mattina del tuo primo 25 aprile

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