Fango

Selvaggia Lucarelli sta conducendo, sui social e no, una battaglia di civiltà, per quanto mi riguarda importantissima, contro una delle ultime e più becere frontiere del maschilismo e della violenza sulle donne 2.0: il “porn revenge”, ovvero quella pratica abominevole di condividere in internet foto e video intimi di ex mogli ed ex fidanzate. A tal proposito esiste anche un sito in cui il tutto è organizzato scientificamente, coi filmati liberamente scaricabili e condivisibili e le vittime, spesso e volentieri minorenni, schedate con tanto di nome e cognome.

Un qualcosa di orrendo e vomitevole da condannare, denunciare e combattere con ogni mezzo possibile. Per questo, per il coraggio di battersi quotidianamente contro questo scempio e per farlo attraverso i social di modo da portare a conoscenza della cosa più persone possibili, la Lucarelli, oltre che sostenuta, andrebbe soltanto ringraziata.
Invece, nello scorgere anche solo di sfuggita la sua pagina pubblica, c’è da rimanere letteralmente sconcertati (laddove sconcertati è un puro eufemismo, ma voglio trattenermi).
Sotto il post che denuncia e spiega cosa sia il porn revenge, come combatterlo e quali siano le vicende giudiziarie in merito, si legge una quantità assurda di commenti che, anziché discutere nel merito del post, offendono in ogni modo la Lucarelli. Passando dalle insinuazioni alle critiche fino ad arrivare a offese e insulti, quasi sempre di natura sessuale.

Personalmente non conosco così a fondo percorso e carriera della Lucarelli da potermi lanciare in giudizi e considerazioni definitivi e approfonditi, ma seguo e leggo spesso ciò che scrive. E, oltre al coraggio delle battaglie che intraprende, ne ammiro lo stile sagace e diretto, lo sguardo sul mondo ironico e schiettamente caustico.
E mi chiedo: da dove viene questo accanimento, questa violenza (perché di violenza si tratta) così sfacciatamente esibita nei commenti?
Se fosse semplice antipatia, basterebbe tacere e ignorare ciò che scrive e che fa.
Se fosse un bisogno di criticare il personaggio in quanto tale e la sua esposizione, occorrerebbe dire e scrivere nel merito, non lanciarsi nel gioco di chi spara l’insulto più pesante.
Se fosse un bisogno di mettere in dubbio le sue competenze, idem come sopra.
Se fosse disaccordo con le sue idee, di nuovo, bisognerebbe intervenire argomentando tale disaccordo, non sputare ingiurie e offese.
E in ogni caso, che senso ha esprimere il proprio disappunto verso una persona nel contesto di una battaglia – porn revenge in particolare e violenza sulle donne in generale – che sfido chiunque a non considerare giusta e sacrosanta?

Temo che le risposte a tutto questo siano pure più sconcertanti di tutto il resto.
Penso infatti che da un lato ci sia un numero altissimo di persone, uomini certo ma anche donne, che non riescono a capire realmente la gravità e la violenza di una pratica come il porn revenge, che anzi tendono a dare la colpa più alla vittima che al carnefice, rendendo così “normale” che si commenti un post del genere con una sequela di battute sessiste contro l’autrice.
Dall’altro è l’esistenza stessa di una donna (in questo caso la Lucarelli) libera, indipendente, coraggiosa e che soprattutto ogni giorno dice la sua in maniera schietta e diretta senza preoccuparsi di essere “carina” come il “decalogo della femmina perfetta e presentabile” vorrebbe, è, tanto per gli uomini quanto per le donne, insopportabile e intollerabile.
Al punto da far sentire un numero imprecisato di persone nel pieno diritto di offendere e insultare. E farsi specchio deprimente di una società che proprio non vuol saperne di mettere da parte il suo squallido maschilismo.

#resistenzeRiccardoLestini

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