Cari Salvini e Meloni (una lettera sanamente irriguardosa)

Cari Salvini e Meloni,
personalmente ho stima di Teresa Bellanova. Stimo la sua persona, la sua storia di bracciante e sindacalista.
Nonostante la stima, politicamente tuttavia non ha il mio sostegno, è da me lontanissima, appartiene a un partito che non avrebbe il mio voto nemmeno sotto tortura.
Fatta questa premessa giusto per chiarire che non sono un suo tifoso (con voi e con il vostro elettorato tali premesse, giusto per mettere un minimo freno preventivo alle cazzate che saranno comunque dette, sono indispensabili).
Il non essere suo tifoso (e il non essere tifoso in genere, almeno in politica – ma questo so che è un concetto quasi impossibile per voi, che esistete in virtù della trasformazione della politica in coro da curva nord), non mi impedisce di dirvi che il vostro ragionamento, “PIANGE PER GLI IMMIGRATI, NON PIANGE PER GLI ITALIANI”
è stupido, grottesco (come se piangere per qualcuno volesse dire non poter piangere per altri, come se io al funerale di tuo nonno ti dicessi vergogna, piangi per il nonno e non piangi per la zia), nonché volutamente violento (perché furbo, pensato e fatto ad hoc per scatenare caciara e insulti orrendi contro la diretta interessata).
In sostanza un ragionamento da TESTE DI CAZZO.
Chiedo scusa per la volgarità finale, ma visto come pensate e come parlate e come agite, rientra a pieno titolo nella LEGITTIMA DIFESA.

Senza alcuna cordialità,
RL

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