Le donne e i bambini devono essere torturati (orrori da Gorino)

La questione dell’immigrazione è seria. Molto seria. Serissima e complicata.
Non solo non si risolve, ma nemmeno se ne dovrebbe discutere a suon di slogan triti, stupide banalità, semplificazioni inutili e balorde, qualunquismi da bar d’ogni ordine e grado.
Non si risolve e nemmeno se ne dovrebbe discutere con il gioco delle opposte tifoserie, le banalizzazioni “accoglientiste” da un lato e quelle di chi vorrebbe muri e cannoni dall’altro.

Eppure oggi non va nemmeno a me di ragionare, di spiegare, ricordare che l’emergenza umanitaria e la prima assistenza sono una cosa, l’accoglienza un’altra e l’integrazione un’altra ancora, che i migranti sono una cosa e i richiedenti asilo un’altra… e così via discorrendo…
Oggi mi va di essere semplice e schematico. Forse semplicistico, forse riduttivo.
E allora vi racconto una storia.
Una storia semplice, che ho avuto il piacere di leggere dalla penna di Zoro (a mio avviso uno dei più attenti e sensibili osservatori della nostra società) e che vi ripropongo volentieri.

Ci sono alcune donne, quattro o cinque, molto diverse tra loro, per lavoro e per età.
In comune hanno tre cose: tutte posseggono un profilo Facebook e tutte risiedono a Gorino, frazione di Goro, provincia di Ferrara. E tutte hanno preso parte attiva alle barricate per impedire ai venti richiedenti asilo (dodici donne africane di cui una incinta e otto bambini) di essere accolti e soggiornare nel loro paese.

Nel suo profilo Facebook una di loro scrive, riferendosi ovviamente ai richiedenti asilo in genere, ma ai venti di Gorino in particolare:
DEVONO SUBIRE TORTURE COME TANTI ANNI FA

Un’altra riporta, sempre su FB, fiera e orgogliosa, la risposta che ha dato a un carabiniere che cercava di far ragionare i dimostranti anti migranti:
MI HA DETTO “SONO DONNE E BAMBINI” E IO GLI HO RISPOSTO “FREGA CAZZI” AHAHAHAH

Un’altra le fa eco:
VOGLIONO SOLO METTERCELO NEL CULO
(non è chiaro se riferito ai richiedenti asilo o ai carabinieri)

La più attiva tra loro è anche la più lapidaria, e per le donne e i bambini chiede nell’ordine:
FIOCINE IN AZIONE
e poi
ARTIGLIERIA PESANTE
e infine
A MORTE

C’è una quarta cosa che queste donne di Gorino hanno in comune: tutte quante, sempre nei loro profili, lanciano un appello accorato e disperato che chiedono a tutta le rete di condividere:
VI PREGO, TROVIAMO UNA FAMIGLIA PER EVANS, CANE PARAPLEGICO
con tanto di cuoricini, tentativi di sensibilizzazione a ripetizione e richiami severi al dovere dell’umanità e della civiltà.

Ripeto, è una storia semplice. Semplicissima. E vera.
Una semplice storia vera in cui un gruppo di donne, dopo aver chiesto la tortura per altre donne e per i loro bambini in fuga, ricordano l’importanza del senso di umanità per adottare il povero Evans, cane paraplegico.

Una storia semplice, che come tutte le storie semplici non c’è bisogno di commentare né di trarci delle conclusioni.
Si commenta da sola.
E ognuno tragga le conclusioni che vuole.

#resistenzeRiccardoLestini

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