Colpevole di esistere (storia di Hande Kader, ragazza)

Lei si chiamava Hande Kader e l’anno scorso, ad appena 21 anni, era diventata la trans più famosa della Turchia: questa foto che la ritrae piangente mentre viene portata via dalla Polizia durante il Gay Pride di Istanbul, duramente represso dalle forze dell’ordine, aveva fatto il giro del mondo, trasformando Hande in un’icona nella lotta per i diritti, un simbolo per l’intera comunità transessuale turca.

Oggi questo simbolo, questa appassionata, coraggiosa e giovanissima contestatrice, non c’è più.
La piccola trans che aveva osato alzare la sua voce, resistere e sfidare il regime denunciando sessismo, discriminazione e segregazione, è stata uccisa.
Rapita, mutilata, torturata, bruciata. Probabilmente il 4 agosto, giorno in cui è stata vista l’ultima volta, mentre saliva in una macchina, forse quella di un cliente.
Il corpo, fatto ritrovare dagli assassini quattro giorni dopo, l’8 agosto, abbandonato dentro un’auto in uno dei quartieri più eleganti ed esclusivi di Istanbul. Martoriato e carbonizzato al punto che è stato possibile identificare la Kader soltanto da alcune protesi, e ben undici giorni dopo il ritrovamento.

Di questo barbaro assassinio, questo crimine orrendo di cui ovviamente si conoscono fin troppo bene i responsabili, non ne ha parlato nessuno.
Silenzio totale da parte delle autorità turche (e come poteva essere altrimenti?), tranne alcune note della stampa di regime che si limita a sottolineare, per screditarne la figura, come la vittima si prostituisse (come se per le trans esistesse una qualche alternativa).

E nonostante i continui appelli alla giustizia e a dare voce alla vicenda, lanciati quotidianamente dal mondo Gay, Lesbo e Transgender, silenzio totale, e ancora più vergognoso, anche dell’intera comunità internazionale, del cosiddetto “mondo libero”.
Un silenzio, quello della comunità internazionale, del mondo libero, che non è certo figlio della censura, ma (e forse è ancora più agghiacciante) dell’indifferenza che genera dimenticanza, di quel clima di gigantesca solitudine che da sempre circonda quelli che, come la vittima, vivono ai margini, tra gli ultimi e gli invisibili.

Allora silenzio, silenzio totale su Hande Kader e silenzio totale sul fatto che si tratta della trasngender numero 1993 (1-9-9-3) seviziata e uccisa in Turchia dal 2008 a oggi.
Silenzio, dimenticanza e solitudine su questa spaventosa ecatombe, su questo genocidio dei diversi e degli ultimi.
Silenzio, dimenticanza e solitudine.
In fondo, sono solo 1993 travestiti…

#storieRiccardoLestini

se potete, condividete questo post… #diamovoceadHandeKader

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