Le 10 domande da non fare MAI a uno scrittore (manuale di sopravvivenza per giovani artisti)

Se ti sei messo a leggere questo post, probabilmente sei un giovane artista o aspirante tale. Oppure sei un lettore/spettatore curioso. In ogni caso, trattasi di post educativo-formativo per entrambe le categorie: lettori e scrittori, appunto, al fine di rendere più sereno (e più umano) il fluire del lavoro artistico nelle strade del mondo.
Ma andiamo con ordine: prendiamo uno scrittore, uno qualsiasi, meglio se esordiente. Ora sto tizio qua si fa un mazzo tanto, suda le famose sette camicie per farsi prendere in considerazione dalle case editrici, passa notti insonni in attesa del responso e alla fine arriva la notizia tanto desiderata: lo pubblicano. Chiaro che dopo tanto penare, il suddetto scrittore esordiente sia portato a pensare che il peggio sia passato, che da lì in poi sia tutto in discesa. Invece no, manco per sogno. Il post pubblicazione è tutt’altro che semplice, pieno di insidie-rogne-problemi che manco vi immaginate.
Non posso ovviamente dirvele tutte e tutte insieme. Perciò, oggi, ci concentreremo sulla menata più stronza di tutte: le DOMANDE IDIOTE che puntualmente, a libro appena uscito, verranno fatte al suddetto scrittore. Il tutto nella speranza di raggiungere un triplice scopo: mettere in guardia gli scrittori circa l’inferno che li aspetta (ma non solo gli scrittori, pure i musicisti, i pittori, i registi e via dicendo… ); fornire agli scrittori e a tutti gli artisti un PRONTUARIO di possibili risposte da fornire alle suddette idiote domande; sperare di convincere qualche lettore a NON fare più queste domande.
Procediamo:

MA IL LIBRO LO VENDI TU?
No. Uno scrittore il libro lo scrive soltanto (scrittore=colui che scrive, e non colui che vende). Ti sembrerà bizzarro, ma esistono da un bel po’ di tempo degli esercizi commerciali chiamati “librerie”. Il nome, converrai anche tu, parla da solo. Cioè, se in “pizzeria” si vendono pizze, forse puoi facilmente capire come in “libreria” si vendano, appunto, libri. E’ pure facile riconoscerle: 9 su 10 sono a rischio chiusura, 1 su 10 è già chiusa ed è stata sostituita da un Apple Store.
(Tu invece, scrittore irritato, quando ti viene rivolta questa domanda, respira profondamente, recita con voce calma e suadente la risposta qui sopra riportata e, magari, fornisci al questionante l’indirizzo di una tua libreria di fiducia)

QUANTI SOLDI CI GUADAGNI?
Pochi. Pochi. Pochissimi. Fondamentalmente niente.
(Tu, scrittore irritato, davanti a simile domanda non puoi permetterti di spiegare la faccenda nei dettagli. A parte che è troppo lunga, ma ti incazzeresti a morte e finiresti per bestemmiare e deprimerti, e non è bello. Così, per tagliare corto, dopo aver risposto come sopra, accompagna il questionante allo sportello bancomat più vicino e regalagli copia del tuo estratto conto)

ME LO FAI FOTOCOPIARE?
…..
(Sì, lo so, scrittore irritato….ci sarebbe da spiegare tutta la storia dei diritti d’autore, degli investimenti fatti dall’editore…..ma secondo te, chi fa una simile domanda, può capire? Ergo, per essere gentili e non mandarlo affanculo, opta per i puntini di sospensione, che stanno a significare: respira profondamente)

QUANTE PAGINE HA? (E’ LUNGO?)
Se in libreria, a differenza delle macellerie, non ci sono bilance, ci sarà un motivo. E il motivo è che se tra una fiorentina di 600 grammi e una di 1 chilo e 200 c’è differenza, tra un libro di 90 pagine e uno di 450 no. O meglio, c’è, ci potrebbe essere, ma non sta nel peso specifico. Il fatto è che……..
(Caro scrittore irritato, rettifico: non dire niente di quanto scritto sopra, prendi fiato e scandisci con voce stentorea il numero esatto delle pagine. Se puoi, sorridi pure)

SECONDO TE MI PIACE?
……..
(Vedi punto 3. In sostanza, respira profondamente. Se poi è una bella giornata di sole, dì di sì e non farti altre domande, goditi la vita)

COSA DEVO DIRE A QUELLI DELLA LIBRERIA?
Questa è facile. funziona come al supermercato. Prima di uscire di casa ti fai la lista della spesa, ma invece di scrivere “1 litro di latte, 2 barattoli di pelati”, ti scrivi NOME E COGNOME DELL’AUTORE, TITOLO DEL LIBRO e CASA EDITRICE. Anzi, è talmente facile che bastano pure due informazioni su tre. Poi entri nella fantomatica “libreria”, vai da uno dei tizi con appeso un cartellino al collo e gli dici che stai cercando quello che hai scritto nella tua lista della spesa. L’importante è non sbagliare lista, perché chiedere “scusi, dov’è il reparto surgelati” in libreria non produce grandi risultati. Lui ti prende il libro, poi tu vai alla cassa, paghi e il gioco è fatto! Solo che non ci sono i punti da accumulare come alla Coop….
(Lo so che è lunga come risposta, caro scrittore irritato….ma è l’unico modo che hai per vendere qualche copia del tuo libro….perciò, respira profondamente e ripeti quanto scritto sopra!)

LO TROVO AI GIGLI? (ALLA COOP?)
Questa puoi chiederla soltanto a Fabio Volo.
(Scrittore irritato che non sei Fabio Volo, lascia stare le leggi di mercato, ti incazzeresti e basta. Respira profondamente e ripeti quanto già scritto al punto 1)

MA E’ UNA STORIA VERA?
No.
(Lascia stare scrittore irritato….negare, negare sempre….)

LO POSSO SCARICARE DA INTERNET?
…..
(Vedi punto 3, tale e quale)

MA IL LIBRO L’HAI FATTO CON WORD? (PER SCRIVERE UN LIBRO SERVE WORD?)
Siccome i libri esistono da molto tempo prima dell’avvento del pc e dei programmi di videoscrittura………….
(Nuova rettifica, scrittore irritato: se è una bella giornata, rispondi di sì senza battere ciglio; se piove, inventati lì per lì il nome assurdo di un programma inesistente. Lascia il questionante a bocca aperta. Sei uno scrittore in fondo. Stupire è il tuo mestiere. O sbaglio?)