Colleghe scrittrici, colleghi scrittori…

… correndo il serio rischio “terra bruciata attorno”, sono tuttavia costretto a dirvi, in quel perfetto stile rinascimentale che fu del nostro illustre progenitore Ariosto, che avete sinceramente scassato la minchia.
Su facebook e fuori da facebook.
Pur nel rispetto del sacro adagio sofista che più o meno recitava “ognuno si faccia i cazzacci suoi”, mi permetto di rompervi socraticamente i coglioni a mia volta per farvi notare che:
– siete oggettivamente in overdose di pubbliche lamentele e plateali risentimenti… sul genere apocalittico-complottista del tipo “sono troppo scomodo per questo non mi pubblicano”, “ma vi rendete conto che merda stanno pubblicando”… sul genere delatorio “quello lì mi ha copiato”, “quello ha copiato quell’altro”… o sul genere vip sull’orlo di una crisi di nervi “mi chiamano solo perché sono uno scrittore”, “diventa mio amico solo perché vuole il mio agente”, “mi chiamano solo perché vogliono pubblicare con il mio editore”… che per carità, in alcuni casi avete pure ragioni e denunciare le ingiustizie, diceva Beccaria, è un dovere, ma pure, ricordava il nipote Manzoni, il troppo stroppia eccheccazzo (eccheccazzo è una mia aggiunta, se non lo si fosse capito, omaggio diretto al maestro beat Jack Kerouac)
– altrettanto oggettivamente, in maniera oserei dire cartesiana, siete in overdose pure di voi stessi… che va bene promuoversi, va bene pubblicizzarsi, però per la madonna (omaggio ai liberi spiriti secenteschi) non è che tutti i giorni dovete star lì a comunicare come procede il vostro lavoro… “ho finito il capitolo”, “stamattina sveglia alle 6 per revisionare la parte prima”, “correzione bozze iniziata”, “sono a pagina 57, il mio personaggio è appena deceduto”… una volta è pure carino, tutti i giorni è ridicolo, come diceva Marx
– ancora in termini oggettivo-kantiani (quello della ragion pura, non pratica), vi dico rilassatevi e, soprattutto, rassegnatevi… non è lo scribacchiare mestiere da celebrità su red carpet, autografi a go-go e chiavate selvagge nelle jacuzzi degli hotel a 20 stelle di Dubai (a meno che voi non siate il marchese De Sade o Anais Nin ovviamente, ma con la scrittura c’entra poco: loro lo avrebbero fatto lo stesso pure se fossero stati geometri)… inutle quindi pretendere di essere divi… non lo siete, e se volete esserlo cambiate strada, fate gli attori, andate ad Hollywood e fatevi scritturare da James Cameron
– consiglio, col tono accorato ma non paternalistico di Jean Jacques Rousseau nell’Emilio, di pensare un pochino più a scrivere e un pochino meno a queste minchiate… cioè: riscoprite l’essenza vera dello scrivere, che è fatta di OMBRA e SILENZIO… amateli, quell’ombra e quel silenzio… scrivete e poi pubblicate dove più vi aggrada, on line e off line, ma poi sparite, vi prego, tornate nell’ombra senza chiedere il conto delle vostre fatiche… scrivete il più possibile e parlate il meno possibile di ciò che avete scritto… lasciate parlare i vostri personaggi e le vostre storie, che sicuramente lo sanno fare meglio di voi… scrivete, chiudete e poi sparite, mentre gli altri vi leggono invece di star lì a spiegare cosa avete scritto fate altro, impiegate il vostro tempo in altra maniera: andate alle corse di cavalli come il caro zio Bukowski, scaricate casse di pesce come Hemingway, fatevi un goccio di assenzio come Baudelaire, andate a una festa come Fitzgerald, passeggiate sul monte Tabor come Leopardi, dedicatevi alla famiglia come Saba, andate a combattere a Campaldino come Dante….
quello che vi pare, purché restiate in silenzio…

con esasperato affetto,
RL

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