E la Bibbia divenne un’opera rock

Correva l’anno 1962.
Papa Roncalli, Giovanni XXIII, aveva appena scomunicato Fidel Castro, l’Algeria con un referendum festeggiava la propria indipendenza dalla Francia, in Italia il Partito Socialista di Nenni entrava nell’alleanza di governo con la Democrazia Cristiana mentre d’estate il caldo segnava il picco record del secolo con 46,7 gradi registrati all’aeroporto di Catania, in una parrocchia alla periferia di Liverpool si incontravano casualmente due ragazzi di nome John Lennon e Paul McCartney dando inizio alla favola dei Beatles, e la mattina del 5 agosto, a Los Angeles, veniva trovato il corpo senza vita della donna più bella del mondo, Marilyn Monroe.
In mezzo a tutto sto pandemonio qua, un signore americano poco più che quarantenne di nome Pete Seeger, uno dei più grandi musicisti folk della storia, si stava dedicando alla lettura sistematica della Bibbia.
Rimasto folgorato da un passo del libro dell’Ecclesiaste, dove si parla di come nella vita di ogni essere umano vi sia un momento per qualsiasi cosa, di come sia necessario cambiare, sperimentare, andare incontro a nuove strade, decise di riprenderlo pari pari, scriverci una musica bell’apposta e trasformarlo in una canzone folk.
Il risultato fu un pezzo intitolato Turn! Turn! Turn! (Cambia! Cambia! Cambia!), vale a dire una delle più belle canzoni di sempre.
A quel testo dell’Ecclesiaste Seeger dette un’interpretazione assolutamente pacifista, una chiave di lettura sottolineata e ribadita dall’ultimo verso, l’unico non tratto dalla Bibbia e aggiunto da Seeger di suo pugno: A time for peace, i swear it’s not too late (un tempo per la pace, giuro che non è troppo tardi).
Eccolo qui, il pezzo originale, solo voce e chitarra acustica, come nella migliore tradizione folk:
Una lettura pacifista del testo biblico che legava la canzone alla necessità di Seeger di denunciare lo stato permanente di guerra degli Stati Uniti, sostanzialmente ininterrotto dallo scoppio della seconda guerra mondiale (Corea, Cuba, Vietnam… ).
Tuttavia il pezzo di Seeger venne completamente ignorato.
Come la maggior parte dei folk singer, anche Seeger concepiva la musica essenzialmente come strumento di protesta e di denuncia.
La sua carriera era iniziata molto presto, alla fine degli anni trenta, un’attività artistica sempre intrecciata a doppio filo a un infaticabile attivismo dalla parte dell’ecologismo e dei diritti civili, senza mai nascondere la propria ideologia dichiaratamente comunista.
Così, come moltissimi altri, dalla fine della seconda guerra mondiale in poi anche Seeger venne travolto dalla persecuzione maccartista, che negli Stati Uniti mise all’indice tutti quegli artisti con idee di sinistra (o semplicemente sospettati di averle).
Spiato, controllato e boicottato per le sue idee, inserito nella lista nera delle radio dell’intera nazione Seeger cadde subito nel dimenticatoio.
Per questo motivo, anche un capolavoro assoluto come Turn! Turn! Turn! passò letteralmente inosservato, in America e in Europa. In Europa, a onor del vero, in quegli anni si conosceva la versione tedesca della canzone, Fur alles kommt die Zeit cantata dalla splendida Marlene Dietrich, che di Seeger fu una delle interpreti predilette, ma se ne ignorava completamente la versione originale.
Poi però venne il 1965.
L’inquisizione maccartista iniziò a sgretolarsi sotto i colpi dell’evidenza, di un sogno americano inesistente, delle bare sempre più numerose che tornavano dal Vietnam, di una meglio gioventù che iniziava a riversarsi nelle piazze per chiedere un mondo migliore.
E la colonna sonora di quella protesta che di lì a poco sarebbe diventata un’inarrestabile onda di proporzioni mondiali, era il rock, erano le nuove rock band che spuntavano come funghi in ogni dove.
Tra loro, i Byrds, gruppo californiano che decise di fare del proprio marchio di fabbrica una splendida commistione tra i contenuti di protesta marcatamente folk e le irresistibili sonorità rock ‘n’ roll.

 

E per il loro esordio nel mondo della musica, in quel pazzesco 1965 lì, decisero proprio di riproporre in chiave rock due splendidi brani folk.
Il primo fu nientedimenoche Mr Tambourine Man di Sua Maestà Bob Dylan.
Il secondo fu, appunto Turn! Turn! Turn! del grande Pete Seeger.
E il successo fu pazzesco e travolgente: primo posto in classifica in appena due settimane, radio impazzite e piazze stracolme di ragazze e ragazzi che non aspettavano altro che cantare un tempo per la pace, giuro che non è troppo tardi.
Per quando ogni cosa era musica, compresa la Bibbia.
Per quando le canzoni grondavano rabbia e libertà.
Per chi ha ancora il coraggio di cambiare.

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