Autobiografia in 50 righe

1. Sono nato negli ultimi giorni del 1976, in Umbria, proprio sopra il lago Trasimeno, in una collina che è quasi montagna. C’era tantissima neve, mi hanno detto. Da pochi giorni l’Italia di Panatta aveva vinto la Coppa Davis in Cile e in piazza della Loggia a Brescia era appena scoppiata una bomba fascista provocando otto morti.
2. Nel 1977 a Roma la polizia uccideva Giorgiana Masi, Rocky vinceva il premio Oscar come miglior film e Sting fondava i Police. A me di quell’anno resta solo una foto del mio primo compleanno accanto a un giradischi, nella sala della casa in collina.
3. Nel 1978, durante i 55 giorni del sequestro Moro, la mia famiglia ed io ci siamo trasferiti in riva al lago.
4. Nel 1979, d’estate, mia zia si era innamorata perdutamente. Così mentre dava lo straccio a terra ascoltava a tutto volume ‘Ti amo’ di Umberto Tozzi e me la faceva ballare tenendomi stretto. È in assoluto il primo ricordo che ho della mia vita.
5. Nel 1980 mio padre comprò una Fiat 128 arancione. Io indossavo una salopette bruna e lui mi insegnava a montare i trenini elettrici. Costruimmo una galleria strepitosa.
6. Nel 1981 mia nonna aveva ancora una 500 bianca con cui mi portava a spasso legandomi con lo spago al sedile anteriore.
7. Nel 1982, dopo che diventammo campioni del mondo, mi ammalai gravemente ai polmoni. Mi guarì mia madre che mi insegnò anche a leggere e a scrivere.
8. Nel 1983 mia nonna mi fece una ventina di punture di penicillina. Eroiche partite di pallone nonostante tutto. Vedere E.T. fu un’emozione che ancora oggi ho ben chiara in testa. E nel cuore.
9. Nel 1984 appiccicai allo zaino la figurina di Rumenigge. Fuori intanto era pieno di siringhe e avevamo tutti paura dell’AIDS.
10. Nel 1985, d’estate, mentre in collina c’era una corsa di cavalli e tutti stavano a guardarla, comprai un quaderno e ci iniziai a scrivere sopra. Non credo che tutto quanto sia iniziato proprio in quel momento, ma di sicuro è il primo ricordo che ho di me con una penna in mano.
11. Nel 1986 Maradona segnava il più bel gol della storia del calcio. Io avevo dieci libri d’avventura e una ragazzina piena di riccioli neri che mi prendeva sottobraccio. Qualcuno mi regalò un libro di miti greci e qualcosa cambiò davvero.
12. Nel 1987 ebbi il mio primo pubblico improvvisando al mare dei monologhi con un super Tele. I Tre Moschettieri furono davvero molto di più che un semplice romanzo.
13. Nel 1988 ci fu il grave incidente. Non so davvero come, ma l’ho scampata. Canzoni di De André a go-go che già mi scaldavano il cuore.
14. Nel 1989 scrissi un tema sul muro di Berlino e una storiella per i miei amici più cari. A casa di mio zio a Natale guardammo impietriti la diretta da Bucarest. Ma quell’anno ci fu un’estate grandiosa nonostante l’invasione di alghe. E una notte di san Lorenzo mai scordata. E una bimba dai capelli neri che mi spaccava il cuore. E il mio primo bacio.
15. Nel 1990 mia cugina mi scaraventò addosso i Doors. Poi vennero i Nirvana. Ma con Jim Morrison, davvero, ebbe inizio un’altra storia. I capelli della mia compagna di banco sparsi a ciocche morbide sulla mia grammatica greca la cosa più bella dell’anno. A ottobre infine, seppi cosa volesse dire morire.
16. Nel 1991 grande occupazione per la guerra del Golfo. Il sacco a pelo, le ragazze più grandi e i miei primi amori spaventosi. Leggevo come un indemoniato.
17. Nel 1992 capii praticamente tutto. Capii cosa volevo fare, come volevo farlo e soprattutto perché l’avrei fatto. Pasolini, Pavese, Montale, Baudelaire, Rimbaud, Jack Kerouac, Andrea Pazienza. Grazie, Pasquà.
18. Nel 1993 ci furono amori infiniti e una delle estati più belle della mia vita. La ragazza angelo si rasò i capelli a zeri e io capii cosa volesse dire la parola rivoluzione. Eravamo fuochi artificiali violazzurri nei nostri vestiti giunge. Sognavamo Seattle e un mondo diverso. E io divenni uomo su quel corpo che sapeva di Germania, tra quell’estate di pioggia e perline e canne e anfibi.
19. Nel 1994 andammo tutti a Roma a vedere i Nirvana e durante “Teen Spirit” capimmo il senso tragico della nostra generazione, il senso del giunge e il senso di mille altre cose. Un mese dopo Cobain decise che poteva bastare e se ne andò con uno sparo in testa. E tutti ci sentimmo orfani della sua fragilità. Morì anche Troisi quell’anno maledetto. Però d’estate ci fu la spiaggia e la piadineria, l’altalena e la staccionata, le sbronze e le urla. Ci fu l’amore, che incontrai proprio mentre Roby Baggio spedì il pallone tra i cieli di Pasadena. Cristosanto, che amore.
20. Nel 1995 conobbi Franco Loi, che lesse le mie poesie e m’illuminò la strada. Una notte ad Atene mi persi in un letto enorme tra la pelle profumata della ragazza in rosso, e con lei vidi l’alba più straziante della mia vita. Presi il diploma e sbarcai a Firenze con in tasca chilometri di sogni smisurati.
21. Nel 1996 Firenze era come una donna da percorrere a tutte le ore. Mai scritte così tante poesie. Ma era il cinema il mio sogno più ubriaco. Chaplin e Pasolini a tutte le ore, Garcia Marquez nelle notti insonni. E locali e cineclub e incontri sovrumani.
22. Nel 1997 tutto era veramente pazzesco. La cometa Heil – Bop si piantò nel cielo e non voleva più andarsene. Eravamo veramente migliaia quell’anno, affamati e felici e disperati. E tutti follemente innamorati. Io di lei e della vita. Ferlinghetti a Firenze riaprì la libreria e ci fu un grandioso periodo di beat come sognavo da anni. Fosse stato per il 1997, non sarei davvero mai morto.
23. Nel 1998 feci la mia prima regia a teatro. Poi mi persi in Andalusia e nel deserto africano. Ucciso da quel tramonto, tornai malconcio e smarrito. Ma vivo come non mai. E poi De André e il concerto più bello della mia vita.
24. Nel 1999 la ragazza dagli occhi azzurri come il ghiaccio uccise il tempo e mi trascinò dentro un sogno strepitoso di amore e follia. Tutto fuggì via troppo presto, ma i triangoli di Santa Trinita e le domeniche a Pienza e i violini degli Uffizi, chi se li scorda più?
25. Nel 2000 assaltammo il cielo e assaltammo la vita. Ci chiudemmo in venti dentro un teatro pieno di polvere e ne uscimmo solo per mostrare al mondo la nostra anima sotto forma di spettacoli in due atti. Divorammo piazze e chilometri. E tutti venivano a vederci. E le feste, il casino e le donne. Le donne. E che dolce la ragazza di campagna con i capelli raccolti in un fazzoletto.
26. Nel 2001 eravamo a Genova. Tutti quanti. E tutti quanti morimmo nello spazio d’uno sparo che uccise la nostra giovinezza. E quell’anno davvero scrissi il mio teatro migliore.
27. Nel 2002 percorsi il mondo intero tra teatro e una rock band che mi prese sul palco per impazzire di rabbia e gioia. E insieme facemmo scintille. Mi fermai in Irlanda e la ragazza-sax mi svelò il Connemara e l’Ulster, e Dublino e Galway avevano i colori degli occhi della bimba in bianco e seni immensi. Poi tornai e girai come un pazzo per le strade del mio paese e solo la donna col nome d’un fiore seppe raccogliermi e porre fine al mio disperato vagabondare.
28. Nel 2003 ci fu un’estate caldissima e piena di vesciche. Una tournée pazzesca e una ballerina coi riccioli morbidi come tramonti. Ero invincibile davvero, quell’anno lì.
29. Nel 2004 vissi praticamente in treno tra un teatro e una piazza. Conobbi milioni di persone quell’anno e l’estate fu una delle migliori di sempre. E forse la mia vita sarebbe stata diversa se quel giorno non l’avessi lasciata andar via.
30. Nel 2005 ogni cosa era inattesa e ogni cosa era imprevista. Le donne erano fantasmi danzanti che lasciavano impronte invisibili come soffi d’anima. E forse la mia vita sarebbe stata diversa se quel giorno avessi preso il telefono e l’avessi chiamata. Ma era già lontana e con un figlio da crescere ormai.
31. Nel 2006 scrissi un romanzo in pochi mesi, gonfio di febbre e passione. E negli occhi della ragazza rondine vidi il mio futuro e la mia nuova vita di uomo. Fu inevitabile. E quella notte a Roma dopo il mio spettacolo le chiesi di venire a vivere con me.
32. Nel 2007 il mio cuore aveva battiti strani e a volte incomprensibili. Ma girammo mezzo mondo quell’anno. Ci bagnammo nel mare di Turchia e a Berlino assaltammo di notte e in bicicletta Alexanderplatz. E costruimmo e imbiancammo una casa da sogno.
33. Nel 2008 si sgretolò tutto quanto e quel progetto futuro morì per sempre. Ma ritrovai me stesso nonostante tutto e ritrovai la mia casa e il mio paese e la mia collina e il mio lago e la mia gente e il mio io più autentico e vero.
34. Nel 2009 milioni di storie d’amore. E una penna di nuovo impazzita come la primavera dei miei vent’anni. E un’estate incredibile e un senso mai provato prima di familiarità e casa e me stesso.
35. Nel 2010 ho detto addio a ogni prigione e chissà dove ho trovato quella scintilla nascosta per ripartire da zero e come volevo. E la ragazza dagli occhi bicolore fu croce e delizia d’ogni stagione. E la ragazza coi capelli color del grano un mistero ancora da risolvere. E io come sempre in mezzo al mare e felice di esserci.
36. Nel 2011 ancora mi sento in mezzo al mare e ancora mi chiedo cosa sia mai questa mia vita randagia e vagabonda…
37. Nel 2012 chissà….

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