Addio

Me ne andrò fuori dal mondo allora. Da oggi non sarò più vita, ma solo musica e sguardi tesi e sospesi e silenziosi. Così amerò ogni cosa senza possederne nessuna, sarò ogni storia d’amore senza bisogno di baci e carezze e sudori, sarò ogni tragedia senza spargimenti di lacrime, sarò ogni bambino che nasce e ogni uomo che muore. Sarò solo parole scritte e catturerò ogni angolo di mondo trasformandolo in poesia. Accetto il patto cui mi costringete, tutti quanti, uno per uno. Rinuncio alla vita, la lascio a voi, e io mi tengo la poesia. Rinuncio a chiedervi affetto, comprensione, amore, carezze, odio, rancore, merda e sputi in faccia. Vi regalerò storie e sogni e batticuori, trasformerò le fiamme della vostra anima in versi, le vostre storture in romanzi, le vostre piccolezze in storie d’amore. Vi renderò principi e principesse e non chiederò più nulla in cambio. Accetto l’anormalità cui mi condannate, il piedistallo sopra cui mi avete sempre messo senza che ve lo chiedessi, l’eccezionalità che mi attribuite senza che mi appartenga. Me ne andrò fuori dal mondo, là dove mi avete sempre tenuto, là dove mi avete sempre voluto. Sarò come voi mi avete sempre voluto e disegnato: pazzo, inconcepibile, bisognoso di niente, etereo, inesistente. Addio allora a questa primavera, addio all’estate, addio a tutto ciò che volevo a che da oggi smetterò di chiedere. Me ne andrò fuori dal mondo. Addio. Non cercatemi più. Sarò io a farmi sentire. Le mie urla arriveranno alle vostre orecchie sotto forma d’inchiostro. In alcune troverete voi stessi, in altre il mondo in cui vivete e che non riuscite a cambiare. Per un istante allora vi ricorderete di me, del bifolco che pensava che vivere fosse solo amare il proprio respiro. Poi però dimenticatemi, sbarazzatevi di me, cancellatemi. Fino alla prossima storia. Addio.

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