Ode alla vita felice – 2

Sì, è davvero primavera. Lo dicono l’odore rinnovato dell’asfalto delle strade, i colori accesi delle facciate, il batticuore febbricitante che sfianca il mio camminare.
Allora togliete le calze ragazze, donne, passanti innamorate dei pomeriggi di marzo, la primavera è proprio lì, nei vostri occhi sgranati e in corsa verso amori urlati e sognati. Vi amo tutti, sconosciuti avventori della prima sera che affollate la mia strada. Perdonate i miei sguardi, perdonate se vi rubo un po’ di vita immaginandovi, ma è primavera, mi tocca essere poeta e spaccarmi il cuore di dolcezza, tornare come un adolescente a rinventare i sentimenti, a creare colori per le parole, a scoprire il vero tempo della gioia e il suono più profondo delle lacrime.
Voi, voi, voi e voi soltanto potete capirmi adesso, voi uomini e donne che non conosco, uomini e donne cui non devo niente e che non puntate addosso alla mia anima le luci forti e dense dell’aspettativa. Solo voi adesso potete capire che sono un poeta e che il mio esser felice è puro e semplice e senza altro fine che non sia primavera. Solo voi adesso potete capire che non ho altra vita se non la vostra. Solo voi adesso potete capire che scrivo per scrivere e non per essere letto, che sono felice per essere felice, felice nel mio disarmante amore per la vita, felice nei miei bisogni di morte, felice e per questo mai sereno, felice e per questo disperato.
Allora voi, anime rubate, miei dolci sconosciuti, fugaci amori della mia penna, voi che stasera e solo stasera mi capite, andate da lei, andate dalla ragazza dagli occhi verdi e diteglielo. Ditele che mi avete visto felice e barcollante, disinteressato e puro e infinito. Ditele che mi avete visto felice come un cristo immacolato con addosso la pesante leggerezza di mille vite che non mi riguardano. Ditele che mi avete visto felice di morire e felice di vivere. Ditele che mi avete visto ostinato e coraggioso nell’attraversare le fiamme dell’inferno, nel cercare la scintilla in ogni angolo di mondo, nell’essere visionario e solo. Ditele che anche se l’impossibile non esiste io lo so scrivere, dipingere, urlare, amare. Ditele che scrivo per scrivere e non per essere letto. Ditele che la amo per amare e non per essere amato.
Ditele che ho ancora addosso il suo abbraccio e che quel solo, unico abbraccio senza baci potrà bastarmi per tutta la vita.
Ditele che questi sono i pensieri e le parole di un folle. Ditele che questa è la Verità. L’Unica.

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