Solitudini

SOLITUDINI raccoglie dieci anni di poesie, dieci anni di versi scritti e concepiti in mezzo al mare, in mezzo al mondo, tra la gente, sui treni, nei tavolini dei bar, lungo le strade che non percorre nessuno, tra i volti che nessuno ricorda.
Dieci anni, come il viaggio di Ulisse.
Una “odissea minima” in difesa della solitudine, dove la solitudine non è più, o almeno non solo, esclusione, isolamento, assenza e sofferenza, ma anche (soprattutto?) ricerca di se stessi, elogio della diversità, ostinata coerenza, irriducibile unicità, meravigliosa anarchia interiore.
Perché è solo nella solitudine della diversità di ognuno che può illuminarsi il mondo.

Nascemmo e morimmo nel fuoco,
affogati nel piombo e nessuno
risorse dal filo spinato.

Ti ricordi quel giorno,
la terra violentata dagli anfibi
e i brandelli di carne stesi
come bucato lungo il filo spinato?

Quel giorno la madre cercò
il figlio e urlò preghiere,scalciando sassi e polvere nel vuoto;
e bevve sangue, la madre,
sangue del figlio partorito
nel suo sangue, sangue di Cristo
che non feconda più fiori
ma imbeve mitraglie
ai bordi del filo spinato.
(Jenin, p. 65)

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