L’eros ritrovato: dagli scavi di Pompei riemerge la passione di Leda e Zeus

È una delle storie in assoluto più sensuali e carnali tramandateci dalla mitologia greca (che pure, di erotismo, trabocca).
Molto prima della guerra di Troia, la bellissima Leda, figlia del re dell’Etolia Testio, era andata in sposa al re di Sparta Tindaro, con cui aveva avuto due figlie, Elena e Clitennestra.
Leda era così bella e affascinante che Zeus, il padre degli dei, se ne era perdutamente innamorato. Una di quelle passioni folli e accecanti, tempestose e incontrollabili. Al punto che Zeus, pur di averla, si tramutò in cigno per passare inosservato e scese dal cielo fino alle vette del monte Taigeto. Qui trovò la donna addormentata sulle sponde di un lago e, svegliatala dolcemente col suo soave canto di cigno, la sedusse ammantandola col profumo afrodisiaco dell’ambrosia e accarezzandole il viso, i capelli e le braccia col suo collo sinuoso e le sue piume morbide e calde.
La donna, rapita dall’incanto, gli si offrì nel tepore del dormiveglia reclinando il capo all’indietro e spalancando il suo corpo, ineluttabile e inevitabile.
Da quell’ora di amore rapito, splendido e feroce, sarebbero poi nati due gemelli, i dioscuri Castore, domatore di cavalli, e Polluce, pugile invincibile. Mortale il primo e immortale il secondo. E siccome Polluce espresse il desiderio di diventare mortale per vivere accanto al fratello, Zeus, impietosito, stabilì che ognuno di loro vivesse un giorno, vivo, sull’Olimpo, e il giorno dopo, morto, nell’Erebo. Per poi renderli entrambi definitivamente immortali e trasportarli in cielo, dando vita alla costellazione dei Gemelli.

Oggi, a oltre duemila anni di distanza, il momento in cui si consumò quell’irrefrenabile passione riemerge dagli scavi di Pompeo, in uno splendido affresco pressoché intatto che “fotografa” ed eterna l’atto sessuale tra Leda e Zeus nelle vesti di cigno (lo vedete nella foto qui sotto).
Un affresco esplicito e sensualissimo di cui, oltre alla straordinaria ricchezza cromatica, colpisce la cura dei dettagli e le infinite sfumature presenti. Tra questi, in particolare, lo sguardo ammiccante e obliquo di Leda, come se – essendo il dipinto posto in una camera da letto – volessero incrociare gli occhi di chi entra nella stanza, quasi a invitarlo a sua volta ad abbandonarsi all’amore.

Un ritrovamento eccezionale e unico.
Uno di quei miracoli che per fortuna ogni tanto accadono a ricordarci l’immortalità della bellezza.

#storieRiccardoLestini

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