La peggiore televisione possibile

Questa è una storia che fa più paura di un film dell’orrore.
Questa storia è l’orrore.
Feroce, massacrante, disgustosa.
E’ la storia di NADIA PICCIURRO (foto numero 1), un nome che sicuramente non ricorderete. Perché nessuno l’ha mai chiamata con il suo nome.
Però sicuramente vi ricordate COLPO GROSSO! (foto numero 2), il programma cult di fine anni 80, prodotto dalla Fininvest di Berlusconi e messo in onda da Italia7, dove i concorrenti si sfidavano a colpi di streaptease e dove un numero imprecisato di ragazze (le ragazze “Cin Cin”) mostravano le tette a ogni stacchetto musicale e si toglievano i (pochi) vestiti poco per volta.

Ecco, Nadia Picciurro, la triste protagonista di questa storia dell’orrore, era la “TETTONA di Colpo Grosso!” (forse con questo nome, con cui la chiamava chiunque, ve la ricordate), la procace e giovanissima (poco più che diciottenne) prima spogliarellista del programma. arrivata in televisione dopo la vittoria nel concorso nazionale MISS SENO MOZZAFIATO (sic! sic!! SIC!!!!!).

La povera Nadia morì tragicamente nell’estate del 1988, in un incidente stradale dopo una serata in un night club.
Aveva appena diciannove anni.
Eppure, fin qui, niente di eccezionale, un destino tragico, una morte assurdamente prematura purtroppo comune a una quantità enorme di ragazze e ragazzi.
Il fatto è che le venti puntate dell’edizione autunno 1988/ inverno 1989, erano GIA’ STATE REGISTRATE.
E nonostante la battaglia ingaggiata dalla famiglia di Nadia per impedirlo, FURONO REGOLARMENTE MESSE IN ONDA.

La morte non fu sufficiente per impedire che le tette di Nadia continuassero a sventolare ogni settimana davanti a milioni di spettatore, che la sua carne dilaniata dalle lamiere venisse data in pasto ogni settimana al più morboso e borghese dei voyeurismi.
Nessuno ebbe nulla da dire, non risulta chissà quale moto di indignazione, ai tempi, né nell’opinione pubblica né ai cosiddetti piani alti.
Fu tutto percepito come NORMALE.
Normale la più perversa, spietata e disumana logica del “the show must go on”.
Feroce, massacrante, disgustosa.

Un orrore appunto.
E poi oggi ci si chiede il perché dell’assenza di uno straccio di valori sani, il perché della mancanza di ideali, il perché di tanto vuoto vertiginoso, il perché del più becero maschilismo, il perché del nulla feroce che ci sbrana e ci abitua a vivere le più truci barbarie nella più mostruosa delle indifferenze…
Per avere risposta, basterebbe andarsi a cercare le storie che hanno originato tutto questo e il silenzio con cui glie lo abbiamo lasciato fare.
Le storie come quella di Nadia Picciurro.

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