Prima la grammatica

Eccoli qui, gli eroici scudieri del Capitano, indomiti e combattenti, tronfi e colmi di italico orgoglio e patrio ardore.
Eccoli, forti e fieri, così impavidi da cimentarsi in una di quelle forme di protesta – il flash mob- che di solito, a loro dire, competono alle zecche rosse.
Eccoli, stoici e invitti, a difendere i nostri confini dalla barbara invasione, a proteggere le nostra aurea cultura, le nostre sante tradizioni e le nostre fulgide radici da ogni contaminazione, da ogni pericolo.
Eccoli, gli apostoli del nuovo ordine, i missionari dell’integrità nazionale, i custodi armati del popolo indifeso.
Eccoli, duri ma pur sempre creativi, a fare la loro geniale apparizione di protesta alla Regione Toscana, sfoggiando il loro slogan più consueto e ripetuto, ma rinnovato dalla spettacolare trovata di sillabarlo nelle loro magliette.

Peccato che la sillabazione sia tragicamente sbagliata.
E che voler anteporre a ogni cosa gli italiani e l’italianità senza conoscere le regole più elementari dell’italiano, vada molto oltre il ridicolo.
Ma non è questa la cosa peggiore.
La vera tragedia è che molti di voi questo errore abominevole non solo non lo vedranno o non lo vorranno vedere, ma finiranno – davanti all’evidenza – per contestare chi ha osato farlo notare, ovvero i soliti “professoroni di sinistra radical chic”.
La vera tragedia è che, ancora una volta, questa ignoranza esibita e violenta, finirà per produrre il più orgoglioso dei consensi.

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